Non tutte le truffe sono grossolane e facilmente scongiurabili. Tutti sanno ormai – o così si spera – che non si devono mai fornire le credenziali bancarie a soggetti non qualificati e che si spaccino per la banca (il caro vecchio “phishing”). Esistono però truffe sofisticate che rendono difficile distinguere la realtà dalla finzione: sono i deepfake, in cui anche i più attenti possono cadere.
Cosa sono i deepfake
Si tratta di contenuti ingannevoli spesso generati con l’intelligenza artificiale e veicolati attraverso il web. Accade che l’interlocutore ci sembri affidabile, perché appare come una persona cara o un personaggio pubblico.
Alcuni esempi:
- Un video sui social in cui compare un volto famoso che invita a fare un investimento.
- Un messaggio vocale su WhatsApp da parte di una persona a noi vicina (ma in realtà fake) in cui si chiedono soldi.
- Un corriere che si presenta alla porta di casa per consegnare un pacco da pagare in contanti tramite contrassegno. Per convincerci sia vero si offre di passarci un familiare al telefono.
Le tre regole di “igiene finanziaria” per difendersi
- Verificare l’identità o le credenziali del soggetto con cui abbiamo a che fare. Nel caso di una telefonata, deve insospettire un numero diverso da quello usuale. Nel caso di messaggi via social, diffidare sempre da account che non siano pubblici e ufficiali.
- Rifiutare mezzi di pagamento non tracciabili: dare contanti a qualcuno che si presenta alla porta di casa non è mai raccomandabile. Serve fermezza e lucidità. Se davvero ci fosse un ordine in consegna con pagamento tramite contrassegno, il corriere potrà ripassare quando sarà presente la persona interessata.
- Mai realizzare operazioni bancarie o finanziarie tramite intermediari che non siano abilitati o soggetti a organismi di vigilanza.
Razionalità e senso comune
La principale misura di difesa restano razionalità e senso comune. Sono criteri che possono preservare dalla maggior parte delle truffe.
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