In un momento complicato come questo, in cui i giovani sono sotto i riflettori per l’emergenza sanitaria, a causa dei vaccini e del pericolo DAD, emerge anche la criticità di dar loro un futuro adatto ai repentini cambiamenti in atto. A prevalere sulle esigenze educative c’è l’aspetto legato alla digitalizzazione, che riguarda trasversalmente campi umanistici e scientifici. Tra questi spicca la parte finanziaria, dove la carenza di conoscenza da parte degli adolescenti è importante. I nostri figli sono preparati? «Senza un adeguato livello di conoscenza per i nativi digitali sono molti i rischi», dice Luigi Conte, Presidente ANASF.
Banca d’Italia, EU e varie società di studi tracciano uno spaccato preoccupante per i giovani. Tra i 15 e i 24 anni aumentano i NEET (Not in Education, Employment or Training): dato particolarmente grave alla luce di un altro fenomeno fotografato da un’analisi condotta da Ipsos: a causa della crisi, molti teenagers, ossia studenti tra i 14 e i 18 anni, stanno pensando di abbandonare gli studi per aiutare le famiglie in difficoltà…
Qual è la situazione?
«Nonostante la maggiore confidenza con il mondo tecnologico, che ha dato loro la denominazione di “nativi digitali”, i giovani sono più esposti a rischi finanziari rispetto al passato. Gli strumenti digitali infatti, in assenza di un adeguato livello di conoscenza possono portare a conseguenze più dannose. Rispetto al 2020 ad esempio è aumentato del 9% il tasso di frodi e furti di identità. I giovani con maggiore dimestichezza con la tecnologia possono cadere in distorsioni cognitive di eccessiva sicurezza nelle proprie capacità e investire con i robo-advisor senza le adeguate competenze e conoscenze o svolgere acquisti sul web senza un’opportuna tutela dei propri device e un’oculata gestione delle informazioni personali, cadendo, con pochi click, nei classici rischi di furti di identità e clonazione di carte».
LA GENERAZIONE Z
Soprattutto dallo scoppio della pandemia gli ostacoli per progettare il futuro si sono moltiplicati: la generazione Z (dai 18 ai 24 anni), che sta attraversando il passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta proprio adesso, come può proteggersi e prepararsi a una vita lavorativa soddisfacente?
«I giovani continuano ad avere a loro disposizione una risorsa fondamentale, il tempo. Grazie al quale hanno la possibilità di costruire piani previdenziali e di investimento e ottenere risultati migliori nel lungo periodo. Le opportunità sono numerose, è importante non agire da soli ma interagire con professionisti qualificati. Avvicinare i giovani alle nuove materie, legate alla tecnologia, può tradurre le attitudini dei nativi digitali in competenze qualificate, e far fronte anche al disallineamento di professionisti specializzati ad esempio nella valutazione e risoluzione di rischi informatici».
C’è un identikit di chi soffre maggiormente la carenza di educazione finanziaria e di chi invece è al suo opposto?
«In Italia abbiamo un tasso di laureati di dieci punti sotto la media europea e meno del 30% è laureato nelle discipline STEM. Livello di istruzione e genere rappresentano i principali fattori su cui agire. Secondo il VII° rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane il 56% desidera ampliare le proprie conoscenze in materia finanziaria. È importante quindi lavorare su questa presa di consapevolezza e far fronte alla richiesta dei risparmiatori».
Questi risultati a che cosa sono attribuibili? (classe sociale, istruzione…)
«Questo tema affonda le sue radici in ragioni storiche e demografiche che hanno caratterizzato il nostro Paese. La cultura di accantonare risorse sul debito pubblico, e non sul futuro del singolo cittadino, non ha educato finanziariamente a un approccio di lungo periodo. Oggi i risparmiatori sono attratti dalle possibilità di guadagno proposte da diverse piattaforme di investimento ma talvolta hanno un gap formativo che, se non colmato da un professionista di fiducia, si traduce in esperienze negative».
LE OPPORTUNITA’ DEL PNRR
Che cosa si può fare per cambiare questo andamento?
«Il PNRR offre la straordinaria occasione di investire in istruzione e ricerca e di combinare capacità progettuale e risorse concrete per cambiare un Paese verso un modello più moderno e inclusivo, anche in ambito STEM. Bisogna certo partire dalla scuola per invertire la tendenza che vede in svantaggio tre anelli fondamentali per il futuro del Paese: giovani, donne e divari territoriali. Temi nell’agenda di tutti i settori e delle istituzioni, a cui è richiesto maggior supporto per le iniziative a favore di questo cambiamento».
Tre consigli per cominciare e dai quali non si può prescindere…
«Che i cittadini siano giovani o adulti è importante individuare sempre obiettivi e aspirazioni sfidanti, condividerli con il proprio consulente finanziario per percorrere la strada in sicurezza, supportati da una consulenza socioeconomico-finanziaria. Infine, raggiunti i primi traguardi è importante continuare ad essere ambiziosi e identificare obiettivi successivi». ©
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