lunedì, 7 Ottobre 2024

Serie A in crisi? Chiede ristori al Governo, ma spende milioni nel calciomercato

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serie a calciomercato

Il calcio italiano rischia il default. Questo l’allarme lanciato dall’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo. Ma nella sessione invernale del calciomercato appena conclusa, le squadre del nostro campionato hanno speso più di tutte a livello mondiale, seconde solamente della ricchissima Premier League. Il dubbio, allora, è: il calcio italiano è davvero in crisi?

QUANTO HA SPESO LA SERIE A NEL CALCIOMERCATO DI GENNAIO

Nel solo mese di gennaio i club di Serie A hanno speso 176 milioni di euro. La metà è servita per il passaggio di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus. Solo la Premier League, il massimo campionato inglese, ha speso di più in tutto il mondo: 335 milioni di euro.

Sul terzo gradino del podio ci finisce la Liga spagnola: 77,65 milioni di euro, un centinaio in meno rispetto al torneo nostrano. La virtuosa Germania, con la sua Bundesliga, si è fermata a 61,7 milioni di euro. È finita al 6° posto, dietro Russia (72,45) e Francia (68,92).

QUALI CLUB DI SERIE A HANNO SPESO DI PIÙ NEL CALCIOMERCATO: JUVE IN TESTA

In Italia, la regina del calciomercato è la Juventus, nonostante le difficoltà economiche illustrate dai suoi dirigenti nel corso di diverse dichiarazioni. In effetti, l’arrivo di Cristiano Ronaldo nell’estate 2018 ha svuotato i conti bianconeri. L’operazione, in tre anni, è costata complessivamente 272 milioni di euro, come illustrato da KPMG Football Benchmark, società olandese nel settore della consulenza strategica.

La pandemia, infatti, ha soffocato gli introiti legati all’arrivo del campione portoghese: dopo un +25%, infatti, gli investimenti nel mondo del calcio e gli stadi chiusi hanno costretto la società a due ricapitalizzazioni da 700 milioni di euro nel giro di due anni.

Nel frattempo, i suoi bilanci sono finiti nel mirino della Procura di Torino a causa di plusvalenze giudicate sospette (l’inchiesta è ancora in corso). Per questo ha sorpreso l’acquisto di Dusan Vlahovic, prelevato dalla Fiorentina: peserà 150 milioni di euro per i prossimi 5 anni sulle casse del club che, tra giocatori presi e venduti, ha registrato un passivo di 68,7 milioni di euro. Peggio, nel mondo, solo gli inglesi del Newcastle: -102,1 milioni di euro.

INTER, MERCATO NONOSTANTE UN PASSIVO DI 246 MILIONI DI EURO

Anche l’Inter non si è risparmiata. Eppure, in estate era stata costretta a lasciar partire Conte, Lukaku e Hakimi, i principali protagonisti della vittoria dello scudetto, pur di fare cassa e coprire un bilancio. Nelle casse societarie non c’era un buco, ma una voragine: -246 milioni di euro. Sei mesi dopo, la squadra di Inzaghi si è rinforzata nel calciomercato con gli acquisti di Gosens, Caicedo e il maxi rinnovo di Brozovic.

NON SOLO BIG: IL CASO DEL GENOA

A gennaio, però, non hanno speso solo le big. Il Genoa, che ha a libro paga più di un allenatore a causa di diversi esoneri, ha speso poco meno di 20 milioni di euro senza incassarne nemmeno uno. Il tutto mentre l’amministratore delegato della Lega Serie A chiede ai calciatori del torneo di rinunciare a una mensilità per aiutare i rispettivi club. Con buona pace della credibilità di tutto il sistema.

DALLE ACCUSE A DRAGHI AI COLPI DI GENNAIO: LEGA E FIGC CONTRO IL GOVERNO

I colpi di mercato sembrano quindi sconfessare il quadro generale dipinto dall’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, che nei giorni scorsi ha puntato il dito contro il Mario Draghi. Si è lamentato a mezzo stampa, più volte, dei fondi previsti nel decreto Sostegni ter, ritenuti deludenti.

Anche la Figc, attraverso il presidente Gabriele Gravina, ha alzato la voce: “Perché il Governo concede i ristori allo spettacolo e alla cultura, ma non al calcio?”. Sullo sfondo, la rivendicazione litanica: essere una delle principali industrie del Paese, lasciata però a se stessa. Pochi giorni dopo, però, il cortocircuito: il grido di dolore, con tanto di allarme di un rischio default dell’intero sistema, ha lasciato spazio al calciomercato. E, alla fine della sessione, i dati appaiono in controtendenza con quanto dichiarato dai vertici del pallone. Lasciando molti dubbi sulla credibilità dell’intero sistema.

Simone Vazzana

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FOTO da Pixabay