Cresce la voglia di risparmio. Gli italiani hanno accumulato in totale 320 miliardi di euro e ciò che colpisce è come questi flussi positivi siano stati impiegati: il 61% è stato assegnato ad attività finanziarie (principalmente azioni) mentre solo il 16% è diventato liquidità (dati FABI 2021). Insomma, risparmiatori instancabili, ma anche, e sempre più, investitori intelligenti, per citare Benjamin Graham.
Tutti i dati e le prospettive
Facendo un passo indietro, dal 2011 della crisi del debito, la ricchezza finanziaria italiana è aumentata di 1700 miliardi, il 50% in più. Nello specifico, è interessante la maturità degli investitori, che hanno saputo passare a strumenti più complessi e redditizi. La crescita che colpisce è quella registrata dai fondi comuni, in salita del 227%, da 235 a 771 miliardi di euro. Importante anche l’incremento delle azioni, un’impennata dell’81%, da 690 a 1251 miliardi. Una crescita che va a scapito degli impieghi tradizionali. Infatti, complice un decennio di tassi nulli o sotto zero, le obbligazioni hanno visto un crollo verticale: dal 20% del passato occupano solo il 4% dei portafogli. E perfino la liquidità, che si conferma comunque come scelta favorita, ha registrato un +45% che si colloca sotto il 50% generale.
Il confronto in Europa
D’altro canto, gli italiani si riconfermano virtuosi anche in fatto di debito privato: la percentuale si attesta intorno al 0,6%. Per confronto, in Spagna, Germania e Francia il rapporto rispetto alla ricchezza finanziaria è rispettivamente dello 0,9%, 0,9% e 1,0%. La stessa media europea è nettamente al di sopra questi valori, con un 1,9% tre volte superiore. Insomma, nonostante le difficoltà contingenti e la crisi, che ha causato il recente aumento del prestito al consumo, i valori restano bassissimi. Certo, buona parte del fenomeno è spiegabile alla luce del maggiore ammontare di debito pubblico del nostro Paese (159% del PIL) rispetto ai cugini europei. Ma ciò non toglie che si tratti di valori confortanti, che indicano un’attitudine prudente e attenta al risparmio.
Gli obiettivi delle nuove generazioni
I trend analizzati finora non sembrano essere stravolti dall’affacciarsi sul mercato delle nuove generazioni. Lo conferma uno studio BVA Doxa sul rapporto tra giovani e finanza. Interrogati in merito, 4 ragazzi su 10 hanno manifestato l’intenzione di cominciare a risparmiare per il futuro. E una quota solo minimamente minore ha dichiarato di voler investire i propri risparmi. Insomma, una conferma sia della tendenza all’accumulo sia della crescente apertura verso la finanza. Semmai, il cambiamento apportato all’equazione agisce sugli aspetti tematici dell’investimento. Ad esempio, un interesse sempre crescente è generato dagli investimenti ESG, protagonisti di un vero e proprio boom nell’ultimo periodo. Una fiamma che non sembra destinata a spegnersi presto se, come rilevato da Assogestioni, il 78% degli investitori ritiene fondamentali gli aspetti etici nelle proprie scelte finanziarie.
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