sabato, 27 Aprile 2024

ESG: le responsabilità di consulenza e informazione

Sommario

Il mondo degli ESG (Environmental, Social and corporate Governance), o degli investimenti sostenibili, piace e interessa. E non c’è dubbio che abbia attirato su di sé i riflettori dei media, complice la maggiore consapevolezza ambientale di investitori e operatori. Ma tutta questa attenzione non sempre ha combaciato con un’informazione chiara e trasparente. «È fondamentale verificare le fonti e rivolgersi a professionisti specializzati», chiarisce Germana Martano, Direttore generale di ANASF (Associazione nazionale consulenti finanziari).

Come riconoscere chi è qualificato a parlare di questi temi?

«Il primo accordo internazionale sull’azione per il clima e i cambiamenti climatici, stipulato nel 1992, è noto come “Accordi di Rio”. Da allora sono seguiti il Protocollo di Kyoto del 1997, il Trattato di Lisbona del 2005, l’Accordo di Parigi del 2015, fino ad arrivare all’ultima COP26 a Glasgow del 2021. Oggi, complici anche due anni di pandemia, sono in molti ad aver acceso i riflettori sui temi ESG e, per comprendere le voci in campo, è innanzitutto importante verificare le fonti. Non di meno, occorre andare sempre in profondità nelle informazioni che si ricevono, e, trattandosi di tematiche nuove, non avere remore nel fare domande».

A che punto è la diffusione delle informazioni sul tema, tra i diversi target di cittadini?

«L’industria lavora da anni sui temi ESG. A solo titolo di esempio ANASF aderisce al Forum della Finanza Sostenibile dal lontano 2011. Parlo per esempio dei consulenti finanziari nostri associati che possono formarsi con un corso realizzato ad hoc dalla Sda Bocconi Business School. Lato professionisti, la formazione ricevuta, soprattutto in questi ultimi due anni, è stata tanta. Lo testimoniano le certificazioni ESG rilasciate da Efpa (European financial planning association), che negli ultimi due anni sono state oltre 2.500.  Dal 2 agosto poi la norma prevede l’obbligo di raccolta delle preferenze di sostenibilità degli investitori. Ora occorre quindi accertarsi di aver raggiunto la coscienza del cittadino, del risparmiatore e dell’investitore e, infine, fornire sempre gli strumenti necessari per poter comprendere il fenomeno e avere un comportamento proattivo anche nelle scelte di investimento».

Come ci si può informare e dove soprattutto?

«Oggi è possibile informarsi attraverso molteplici canali. Per orientarsi, su questi temi come per tutto, tra le innumerevoli informazioni, bisogna imparare a riconoscere i messaggi celati dietro le 5W della comunicazione (cosa, chi, dove, quando e perché) e, laddove manca coerenza, cercare sempre una seconda fonte».

Che strumenti ci sono per districarsi in questa foresta di notizie talvolta incomplete e confuse?

«Per rendere i risparmiatori consapevoli del fatto che stanno acquistando un determinato prodotto o servizio partecipano in maniera attiva a un progetto che ha come fine la sostenibilità, sono in campo numerose associazioni, come noi e il Forum per la Finanza Sostenibile, che si pongono l’obiettivo di tutelare i risparmiatori e formare i professionisti (ANASF) e incoraggiare l’inclusione dei criteri ESG nei prodotti e nei processi finanziari (FFS). Dal punto di vista degli investimenti, è opportuno rivolgersi a professionisti specializzati, a partire dal proprio consulente finanziario».

È d’accordo con chi sostiene che il fenomeno ESG sia una bolla gonfiata proprio da una copertura mediatica perfino eccessiva?

«Assolutamente no. I goals dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile sono obiettivi da raggiungere entro il 2030 e questo è un impegno siglato da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. La copertura mediatica è quanto mai necessaria per sensibilizzare maggiormente tutte le fasce della popolazione sui diversi aspetti legati al mondo ESG, che non si esaurisce nelle tematiche ambientali ma riguarda tutti i campi dell’agire umano, sociale e di governance. Secondo la Global Sustainable Investment Alliance (GSIA), nel report relativo al 2020, sono 35mila i miliardi di dollari investiti in criteri ESG tra Usa, Canada, Giappone, Oceania ed Europa. Bloomberg ha stimato che a livello globale si arriverà a 53mila miliardi entro il 2025. Pensare di vivere contro la corrente della sostenibilità è ormai un’utopia». ©

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".