Il Qatar Gate fa emergere le tante contraddizioni del Paese. Primo al mondo per PIL pro-capite e prima nazione araba a ospitare i Mondiali, lo Stato non è però altrettanto virtuoso per quanto riguarda diritti delle donne e sicurezza sul lavoro. Ma gli interessi del piccolo emirato non si fermano al calcio. Nella strategia della famiglia reale per lucidare l’immagine del Paese all’estero include anche arte, immobili e moda. Ogni anno l’associazione governativa Qatar Museums acquista opere d’arte per 1 miliardo di dollari. Nel frattempo, gli sceicchi investono 5 miliardi di euro nel mercato immobiliare italiano. Inoltre, il Paese è il terzo produttore mondiale di gas naturale, un dato non trascurabile in tempi di ristrettezze energetiche. Indizi che fanno presagire un futuro di scambi commerciali e collaborazione. All’ombra però del Qatar Gate, l’inchiesta della Procura di Bruxelles sui membri del Parlamento Europeo, che si arricchisce di un nuovo capitolo. Sarebbero quattro gli europarlamentari indagati dalla Procura per associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro. La speranza è che il Qatar Gate aiuti a portare alla luce i lati più oscuri del Paese.
Qatar Museums, turismo dell’arte
Intanto, sotto il sole qatariota i milioni dell’emiro fanno la fortuna di musei in crisi, collezionisti e artisti. La famiglia reale finanzia il movimento culturale Qatar Museums, l’organismo che si occupa di promuovere l’arte nazionale e internazionale. L’associazione governativa gestisce la realizzazione di nuovi musei e mostre, nonché l’acquisizione e la commissione delle opere.
In occasione del Mondiale, i reali qatarioti hanno commissionato 100 attività ad artisti contemporanei del calibro di Ugo Rondinone, autore di opere che combinano le influenze della Pop Art e il Minimalismo quali Seven Magic Mountains, Simone Fattal, Shezad Dawood e KAWS. Creazioni che sono esposte in spazi pubblici come l’aeroporto di Doha e Al Zubarah, patrimonio dell’UNESCO che ospita le rovine di un’antica fortezza sulla costa nord-occidentale della Penisola.
L’italiano Ale Giordini ha realizzato poi una porta di calcio che celebra i punti di contatto tra le culture dei nostri due Paesi. Un’installazione inserita nel Katara Cultural Village vicino all’Anfiteatro di Doha, costruzione in stile greco classico con influenze islamiche che ricorda il Colosseo di Roma. L’espressione artistica si inserisce nell’ambito di “Posts of Qatar”, dieci installazioni che incorniciano alcuni dei luoghi d’interesse più rappresentativi del Paese.
L’obiettivo è spingere gli 1,5 milioni di tifosi di calcio accorsi per i Mondiali a visitare l’intero territorio del piccolo Stato. Una strategia che potrebbe essere anche un modo per allontanare l’attenzione dalle critiche in materia di diritti civili e condizioni di lavoro.
Valentino e M7, tra moda e innovazione
Dalle acque tumultuose di informazioni poco trasparenti e spesso contraddittorie, emerge però una piccola perla. È l’M7, hub nazionale dove convivono innovazione, design e moda. Qui ci sono spazi di co-working e apprendimento, si svolgono programmi di incubazione completi, conferenze, mostre e altri eventi di livello internazionale. Un centro d’eccellenza che parla anche italiano. Lo scorso ottobre è iniziata l’esposizione “Forever Valentino”, la mostra più grande mai realizzata dalla casa di moda, di proprietà dei reali del Qatar dal 2012.
Rivoluzione urbanistica in Qatar e acquisto di case in Italia
Il Qatar è un Paese in gran fermento economico, cultuale ma anche urbanistico. Basti pensare che agli inizi del 1900 Lusail, dove sorge il gigantesco Lusail Econonic Stadium costato 760 milioni di dollari, era un villaggio composto da case di fango e pietra.
Il 2005 è l’anno della svolta. L’attuale emiro Tamīm bin Ḥamad Āl Thānī decide di avviare una vera e propria rivoluzione urbanistica e sportiva. Il potente strumento scelto dal sovrano è la Qatar Investment Authority, fondo sovrano che investe miliardi di dollari per acquistare e sponsorizzare squadre di calcio, come il Paris Saint-Germain (PSG), e immobili all’estero. Sono molti gli affari già conclusi in Italia, dal piano di sviluppo di Porta Nuova e dell’Hotel Gallia a Milano, agli alberghi in Costa Smeralda, passando anche per le strutture ospedaliere come l’ex San Raffaele di Olbia.
Il Made in Italy fa gola agli sceicchi del Qatar.