I prezzi di latte e burro scendono ma la margarina rimane un’incognita. Nei primi sei mesi del 2023 si prevede una riduzione del prezzo del latte del 4%, che tuttavia rimane superiore dell’1,5% rispetto all’ultimo semestre del 2022. Il calo influisce positivamente sul prezzo del burro, che a giugno dello scorso anno ha raggiunto il valore record di 7 euro al kg. Tuttavia, il conflitto in Ucraina rende il futuro dei prodotti caseari incerto. Burro e margarina scenderanno dalle montagne russe dei prezzi?
Nel 2023 scende il prezzo del latte
Il prezzo del latte continua a scendere, grazie alla ripresa della produzione e la parziale attenuazione del caro energia. È un trend che si manifesta da novembre dello scorso anno, dopo che a metà ottobre il prezzo spot ha raggiunto il valore record di 68 centesimi di euro al litro.
Stessa cifra indicata ad aprile dal “Commodity Milk Price Equivalent”, che misura quanto viene valorizzato il latte dai prezzi di latte scremato in polvere e burro. Anche in questo caso, assistiamo a un calo graduale. Un trend che si ripercuote in maniera differente sul burro e sulla margarina.
Perché il burro è aumentato tanto nel 2022?
Le ragioni alla base del boom dei prezzi del burro nel 2022 sono diverse: aumenti dei costi di lavorazione del prodotto, interruzioni della catena logistica, calo della produzione mondiale di latte e inflazione.
Il prezzo medio del burro prodotto in Italia nel 2022 è stato 6,45euro/kg, maggiore del 58,97% rispetto all’anno precedente. Ha toccato il suo apice a giugno, arrivando a un valore di 7,02 euro. Nei mesi successivi il costo è sceso leggermente, facendo registrare 6,88 euro a settembre e 6,09 a novembre. Nell’ultimo mese dell’anno scorso è poi sceso sotto i 6 euro (5,45).
Aumenti che sono ancora più rilevanti per la margarina, prodotto che dipende in maniera particolare dall’esito del conflitto in Ucraina.
Il futuro della margarina dipende dalla guerra in Ucraina
La margarina rappresenta il prodotto a base di latte dal futuro più incerto. Questo alimento è formato infatti anche da olio vegetale, oltre che da latte. La composizione fa sì che il conflitto pesi ancora di più sul prezzo. L’Ucraina produce infatti il 3 % dei principali oli vegetali a livello globale.
Inoltre, il Paese è il primo produttore mondiale di olio di girasole con il 31% della quota, come riferisce il Dipartimento dell’Agricoltura americano. I prodotti sostitutivi quali palma, soia e colza non raggiungeranno quantità sufficienti a coprire la perdita di diversi raccolti a causa delle condizioni meteorologiche avverse, secondo l’istituzione. Questo contribuirebbe a far crescere ancora il prezzo della margarina.
Gli Usa hanno sono tra i più colpiti dalla guerra del cibo. Infatti, negli Stati Uniti i prezzi della margarina sono aumentati del 40% circa dallo scoppio del conflitto, il 10% in più rispetto al burro.
L’aumento maggiore tra le categorie alimentari del Paese.