sabato, 27 Aprile 2024

La Svizzera esce dalla black list del fisco italiano

Sommario

La Svizzera è fuori dalla lista nera italiana sulla tassazione delle persone fisiche dopo 24 anni. La Consigliera federale Karin Keller-Sutter e il nostro Ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica per risolvere le questioni fiscali tra i due Paesi. Inoltre, è stata trovata una soluzione transitoria riguardo alla tassazione del telelavoro per i frontalieri, valida fino al 30 giugno. Questo accordo sarà firmato non appena l’Italia stabilirà le basi legali per rimuovere la Svizzera dalla lista nera. Tale soluzione transitoria, retroattiva da febbraio, si basa sull’accordo sui frontalieri del 1974.

«L’eliminazione della Svizzera dalla black list porta a una migliore cooperazione tra i due Paesi, grazie agli sforzi elvetici nel rispettare gli standard internazionali di trasparenza e collaborazione», dichiara Andrea Togni, CEO di BCO Group. «Inoltre, a causa del COVID-19, è emersa la necessità di regolamentare la tassazione dei frontalieri che lavorano in smart working, rendendo questo aspetto una parte importante della flessibilità professionale attuale. Perciò è giusto che i due Paesi intervengono per regolamentarlo», aggiunge Togni.

Questa è un’opportunità di sviluppo per entrambi?

«Rappresenta un’occasione per i due Paesi, in particolare per coloro che hanno rapporti con la Svizzera. Le aziende dovevano precedentemente affrontare numerosi adempimenti amministrativi a causa dello status di black list.

Per quanto riguarda i frontalieri, sono più di 70.000 quelli che entrano ogni giorno in Canton Ticino, è fondamentale consentire loro di continuare a lavorare in smart working senza penalizzazioni fiscali. Questo è importante per vari motivi, tra cui il benessere dei lavoratori, l’economia in generale e la flessibilità. Inoltre, in un’ottica di sostenibilità, la possibilità di lavorare da casa per una parte consistente della settimana può contribuire a ridurre significativamente i viaggi e, di conseguenza, l’inquinamento».

Come funziona la tassazione dei frontalieri?

«Un lavoratore frontaliero che svolge la propria attività in Svizzera viene tassato alla fonte nel Paese elvetico e riceve il suo stipendio. Una parte di queste imposte viene poi riconosciuta e redistribuita allo Stato italiano. Durante la pandemia, molti frontalieri hanno continuato a lavorare attraverso lo smart working, generando un problema fiscale. Lo Stato italiano ritiene che, poiché il lavoro viene svolto sul suo territorio, le imposte dovrebbero essere pagate in Italia. Questo ha creato una sfida significativa, poiché la flessibilità dello smart working è diventata un elemento fondamentale nei contratti di lavoro moderni. È importante regolamentare questa situazione e permettere ai frontalieri di ricevere uno stipendio svizzero e pagare le tasse in Svizzera, con una parte di queste che viene poi reindirizzata in Italia, anche se lavorano da casa».

Quali adempimenti burocratici spettano alle aziende?

«Le imprese devono affrontare ulteriori obblighi amministrativi quando trattano con società situate in Paesi inseriti nella black list. In particolare, l’azienda italiana deve dimostrare l’effettiva esistenza delle imprese con cui intrattiene rapporti commerciali. È necessario fornire prove che le fatture presenti nel bilancio siano emesse da società realmente operative. Di conseguenza, collaborare con un’azienda non black list è più facile». ©

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]