venerdì, 29 Marzo 2024
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L’Europa vuole il Green Deal, ma sono necessarie le terre rare cinesi per raggiungerlo. Il Paese del Dragone detiene la leadership nel settore, estraendo il 63% del totale globale. Percentuale che raggiunge l’85% nella fase di raffinazione. Inoltre, il 90% dei magneti permanenti, essenziali per veicoli elettrici e turbine eoliche, è prodotto in Cina. La domanda di questi asset in Europa raddoppierà entro il 2030.

«Le terre rare diventano sempre più scarse, di conseguenza i Paesi occidentali sviluppano tecnologie innovative per estrarle a profondità maggiori rispetto al passato. Miniere un tempo ignorate a causa dei costi e della complessità dell’estrazione sono ora tornate in auge», dice Annacarla Dellepiane Head of Italy di HANetf.

Attualmente l’Europa non estrae queste risorse e detiene solo l’1% della quota globale nella produzione di magneti permanenti. L’Unione, tramite il Critical Raw Materials Act, punta a rafforzare gli accordi commerciali con Paesi ricchi di terre rare come Canada, Giappone e Vietnam.

«L’Europa si è sempre focalizzata sui combustibili fossili, così come gli Stati Uniti. Ora passiamo da una economia ad alta intensità di combustibile a una ad alta intensità di metalli; quindi, se prima rappresentava la chiave l’approvvigionamento di petrolio e gas, ora è fondamentale avere accesso a questi metalli indispensabili. Tutta la transizione energetica dipenderà dalla capacità di approvvigionare e di trovare questi materiali critici. Chiaramente molti sono in Cina, mentre altri si trovano in Canada, Sudafrica, Australia e Stati Uniti».

A cos’è dovuta la dominanza cinese nel settore delle terre rare?

«In passato, l’estrazione delle risorse in Cina risultava più economica, poiché vi era una regolamentazione lavorativa meno rigorosa. Quindi non c’era la spinta per andare a cercare questi materiali altrove. Infatti, nei Paesi occidentali l’estrazione ha un costo superiore, poiché il welfare comporta spese maggiori. Ora che i prezzi salgono, diventa più conveniente per l’estrattore andare a scavare in altri Paesi, anche se il costo è più alto. Con ciò non bisogna escludere completamente la Cina, anche perché rappresenta una potenza geopolitica di grande rilievo. Tuttavia, è importante considerare che esistono numerosi fattori in gioco. Per esempio, è possibile reperire diversi materiali in altre parti del mondo. Inoltre, i prezzi di queste risorse sono soggetti alle fluttuazioni della domanda e dell’offerta, oltre all’imprevedibilità del contesto geopolitico».

In merito all’impatto ambientale, come si valuta l’effetto di uno scavo?

«Nel contesto dell’industria mineraria, l’impatto ambientale varia significativamente tra i diversi Paesi. Ad esempio, il Canada presta grande attenzione all’ambiente e al benessere della collettività nelle sue operazioni minerarie. Cameco, un’impresa canadese specializzata nell’estrazione di uranio, adotta pratiche sostenibili, come l’estrazione dal basso, e si preoccupa della salute dei suoi dipendenti. D’altra parte, la kazaka Kazatomprom, impiega metodi di estrazione tradizionali e potenzialmente più pericolosi, a causa delle diverse normative locali».

I produttori (esempio di auto elettriche) influenzano le scelte dei fornitori di terre rare in ambito di sostenibilità?

«Sì, sono molto selettivi. Ad esempio, sono emerse foto di bambini che estraevano manualmente il cobalto in Congo. La maggior parte di questo cobalto veniva successivamente lavorato in Cina e venduto ai produttori di veicoli elettrici. Quando la situazione è emersa, i giornalisti hanno interpellato aziende come Tesla riguardo alla sostenibilità della loro catena di approvvigionamento. Pertanto, per salvaguardare la propria reputazione, queste società si adoperano nel dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità». ©

📸 Credits: Hello my name is james, Canva.com

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]