venerdì, 29 Marzo 2024

Thrilling al Congresso Usa sul debito. L’inflazione crolla ma fa meno notizia

Sommario

L’inflazione cala fortemente in Europa, ma il mercato teme comunque che le banche centrali non si fermeranno e continueranno ad alzare i tassi, vedi Bce. Le Borse poi iniziano a scontare continui dati negativi sul fronte manifatturiero. La Cina non riparte e la prospettiva globale è di una frenata, com’era proprio nelle intenzioni delle banche centrali. Il tutto in attesa del voto di queste ore sull’innalzamento del tetto al debito americano. Fari puntati sul Congresso Usa: la commissione per i regolamenti ha fatto passare ieri sera il disegno di legge che incrementa la spesa federale con un voto ristretto di 7 a 6, inoltre oltre 30 repubblicani si sono pubblicamente opposti all’accordo perché non fa nulla per frenare il debito nazionale fuori controllo e pure alcuni democratici dovrebbero votare “no”. I leader del Congresso ritengono comunque che l’accordo avrà abbastanza voti per passare, ma sarà un testa a testa. Wall Street è in rosso, Nasdaq compreso. E tutte le altre piazze seguono a ruota. Milano finisce in maglia nera, cedendo circa il 2% in chiusura e scendendo a 26mila punti.

Non si salva quasi nessuno

Intesa e Unicredit in forte ribasso, con cali quasi del 3%, ma sono in caduta anche gli industriali (Prysmian, Leonardo e Stellantis) per la brutta aria che tira dalla Cina. Giù di conseguenza i petroliferi. Si salvano Mps, per speculazioni su un eventuale terzo polo, e Fineco. Nemmeno il lusso riesce a resistere. La buona notizia arriva dal rendimento obbligazionario italiano a 10 anni che ha registrato ulteriori perdite, avvicinandosi al 4,0% e toccando il livello più basso dal 7 aprile, dopo la pubblicazione di dati che indicavano un tasso di inflazione in calo nelle maggiori economie europee a maggio.

La Cina non fa più la Cina

La Cina non fa più la Cina, almeno in questo inizio 2023. Dopo una forte ripresa dell’attività, a seguito dell’abolizione delle restrizioni Covid-19, il gigante asiatico si è fermato, anzi è arretrato. Le azioni di Hong Kong sono scese del 2,3%, tornando al livello più basso in sei mesi, sotto la pressione di un’ulteriore debolezza dell’attività industriale cinese. Maggio termina così con circa un -9%. I dati ufficiali hanno mostrato che il settore manifatturiero si è ridotto per il secondo mese consecutivo a maggio e a un ritmo più rapido.

Petrolio in nero

I futures su Wti e Brent sono scesi ancora portando la perdita mensile di maggio a quasi il 10%, tra le preoccupazioni per un rallentamento della domanda, dal principale importatore di greggio cinese. E poi i mercati rimangono divisi sul fatto che l’Opec+ taglierà la produzione durante la riunione del 4 giugno dopo che il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha avvertito i venditori allo scoperto di fare attenzione alle potenziali conseguenze la scorsa settimana. Al contrario, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato di non prevedere nuove misure da parte dell’Opec+ poiché il gruppo ha appena tagliato la produzione questo mese. ©

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.