lunedì, 29 Aprile 2024

Il piano europeo per far pagare la ricostruzione in Ucraina agli oligarchi russi

Ucraina

L’invasione russa dell’Ucraina ha causato danni miliardari, e la ricostruzione impiegherà risorse ingenti. L’Unione europea ha un piano per utilizzare i beni sequestrati agli oligarchi di Mosca per finanziarla. Quale percentuale della devastazione verrebbe coperta?

La distruzione della guerra in Ucraina

Dal febbraio 2022, giorno in cui le truppe russe hanno mosso verso Kiev, la guerra in Ucraina ha causato danni ingenti a città, strade, ferrovie e altre infrastrutture del Paese. Le stime della Banca Mondiale parlano di 411 miliardi di dollari per riparare soltanto a queste perdite.

La fase più attiva della guerra sembra terminata. La Russia non sembra in grado di avanzare ulteriormente in territorio ucraino, e di conseguenza il fronte si è stabilizzato. Questo significa anche che difficilmente ci saranno perdite comparabili a quelle del primo anno di conflitto nei prossimi mesi.

L’ultimo colpo è stato però tra i più dolorosi. L’esplosione della diga di Nova Kakhovka ha avuto conseguenze disastrose non solo sul delta del Dnipro, ma anche su tutta l’agricoltura che giovava delle risorse idriche che le immense riserve del fiume mettevano a disposizione.

Proprio il disastro di Nova Kakhovka ha spronato l’Unione europea a proseguire con un piano per finanziare la ricostruzione in Ucraina. L’idea è quella di utilizzare i beni congelati degli oligarchi russi in mano a Bruxelles.

Quanti sono i beni russi congelati dall’Europa

Permangono grossi dubbi sugli strumenti legali che permetterebbero di vendere i beni congelati durante la guerra dai vari Paesi dell’Unione europea. Ma anche se queste riserve venissero superate, difficilmente queste risorse sarebbero sufficienti a coprire i danni fatti dalla Russia in Ucraina.

La Commissione europea stima infatti in circa 200 miliardi di dollari il valore di questi asset. Anche se si riuscisse a ricavarne ogni singolo dollaro di valore, non si arriverebbe a coprire nemmeno la metà dei fondi di cui l’Ucraina necessita per tornare alla normalità. Si tratterebbe comunque di un aiuto considerevole, che faciliterebbe un’eventuale iniziativa internazionale per la ricostruzione. ©

📸 Credits: Canva

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.