martedì, 12 Novembre 2024

Cina, sempre più nubi: ecco cosa sta accadendo

In Cina non bastavano i segnali di preoccupazione sul disastrato settore immobiliare cinese, la deflazione e la crescente disoccupazione giovanile del Paese, nonostante il grande problema strutturale dell’invecchiamento della popolazione: ora sono sempre più chiari i segni di rallentamento dell’economia.
Per il quinto mese consecutivo la produzione industriale è calata in agosto. Fatto ancora più importante è che il PMI cinese – purchasing managers’ index – è calato ad agosto per la prima volta sotto il 50, al livello di 49,7. Un indice sotto i 50 indica timori di recessione. In Cina lo possiamo leggere come un segnale di fortissimo rallentamento. Temporaneo? Si vedrà. Anche l’indice dei servizi è sceso a 51.
Anche i consumi interni non danno segnali di ripresa e ciò che più deve preoccupare è che il partito sia ormai a corto di strumenti di politica economica per invertire la tendenza.

Cina, segnali di recessione

Abbassare ulteriormente i tassi significherebbe mettere in difficoltà un sistema bancario già provato dalla crisi del mercato real estate. Basti pensare che il colosso immobiliare Evergrande ora capitalizza solamente 460 milioni di dollari: l’1% di quanto capitalizzava nel marzo 2019!! Le esportazioni soffrono a causa dei vincoli imposti dai paesi occidentali. Gli investimenti diretti esteri nel paese sono calati drammaticamente a casa delle tensioni politiche e delle incertezze e sulle relazioni con il gruppo internazionali. E per far ripartire i consumi interni occorre che la popolazione recuperi un livello di fiducia che invece progressivamente è svanito, come riprova l’incremento del tasso di risparmio delle famiglie. Fino a che non sarà invertita questa tendenza le nubi all’orizzonte non si dissiperanno e il gigante cinese resterà sotto osservazione.

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