giovedì, 5 Dicembre 2024
Sommario

C’è una nuova rivoluzione nel calcio. La FIGC rivela la sua strategia di  sostenibilità per il 2030. Il progetto punta a cambiare il calcio italiano attorno ad alcune tematiche sociali fondamentali, basandosi sulle linee guida dettate dalla UEFA nel 2021 nel memorandum Strength Through Unity 2030, che esprime in 11 punti le nuove necessità che il calcio deve affrontare per evolversi come sport nel mondo contemporaneo. Antirazzismo, tutela dell’infanzia, inclusione, diritti e tematiche ambientali sono tutti parti integranti di questa strategia.

Il progetto

Per garantire l’attuazione delle politiche necessarie a raggiungere gli obiettivi posti dalla UEFA, le 55 federazioni che ne fanno parte dovranno designare un FSR, Football and Social Responsibility Officer, che sarà referente nell’organo di governo del calcio europeo.

Quando si parla di sostenibilità, si utilizza la sigla ESG, che sta per Environmental, Social e Governance. I progetti elencati nella strategia UEFA puntano soprattutto sui primi due aspetti, mentre si lascia alle già esistenti regole del fair play finanziario di occuparsi, almeno in parte, del terzo. In cima alla lista della UEFA ci sono gli aspetti sociali del calcio. Non è un caso che l’antirazzismo sia il primo tema elencato tra gli undici che fanno parte di Strength Through Unity 2030.

ESG, la sigla dela sostenibilità

Sostenibilità Sociale

1. Discriminazioni etniche

Le discriminazioni etniche sembrano tuttora difficili da sradicare: prevenire e combattere questi fenomeni sono le due azioni chiave, per raggiungere l’ambizioso obiettivo di eradicare completamente il fenomeno dal calcio europeo. 

2. Inclusione

Al secondo posto si trova la protezione dei bambini e dei giovani, seguito da uno dei temi più complicati, la parità e l’inclusione. Non è un segreto che il calcio si un ambiente prettamente maschile, che abbia un pubblico prettamente maschile e che fatichi ad includere da una parte le donne e dall’altra qualsiasi forma di diversità nell’orientamento sessuale.

Arrivare ad avere non solo calciatori uomini apertamente omosessuali, ma anche una maggiore inclusione delle donne in vari ruoli anche delle squadre maschili è forse l’obiettivo più ambizioso di quelli elencati, per la transizione culturale che richiederebbe. 

3. Salute e disabilità

A chiudere le questioni sociali gli aspetti sociali una maggiore attenzione alla salute in tutti i suoi aspetti, disabilità incluse, e una sensibilità più accentuata verso la questione dei rifugiati.

Sostenibilità ambientale

Si passa poi alla questione ambientale. Il calcio non ha mai incontrato le sensibilità del mondo ecologista né ha mai prestato attenzione a combattere i cambiamenti climatici. Il Qatar ha spinto molto, durante l’organizzazione dei mondiali del 2022, a spacciare l’evento per carbon neutral, ma molti osservatori ritengono che si sia trattato più che altro di un’operazione di greenwashing. 

I quattro pilastri in questo ambito per la UEFA sono:

  1. Rendere circolare l’economia del calcio
  2. Far sì che gli eventi, come i Mondiali e gli Europei, siano sostenibili
  3. Spingere le società a dotarsi di strutture dal minor impatto ambientale
  4. Diventare un punto di riferimento europeo per le organizzazioni che lavorano alla protezione del clima.

Sostenibilità economica

Come funziona il nuovo fair play finanziario

Segue poi il concetto di sostenibilità finanziaria, che rimane al di fuori dell’ombrello di Strength Through Unity 2030 in quanto già affrontato da tempo tramite lo strumento del fair play finanziario. Fin dal 2009, anche per limitare l’efficacia dei massicci investimenti di capitali esteri all’interno del sistema calcio europeo, la UEFA ha provato a porre limiti alle spese in perdita che le squadre potevano legalmente fare, soprattutto per l’acquisto e il pagamento degli stipendi dei calciatori. I tre pilastri fondamentali per quest’ultimo aspetto della sostenibilità sono solvibilità, stabilità e controllo dei costi. 

1. Un nuovo regolamento

Dal primo luglio 2023 è cambiato il regolamento che le squadre che partecipano alle competizioni europee devono seguire per non incorrere in sanzioni.

Per quanto riguarda la solvibilità, ogni 15 luglio, ottobre e gennaio, la UEFA effettuerà un controllo sui debiti tra società e società, tra squadre e autorità fiscale e con la UEFA stessa, punendo chi non ha pagato arretrati dovuti.

Per essere stabile invece un club deve avere, nell’ambito di tre anni, un utile netto o un disavanzo che rientri nei parametri accettabili, 60 milioni di euro.

2. Il controllo dei costi

Negli obiettivi della UEFA una società di calcio che partecipa alle coppe europee non dovrebbe spendere più del 70% dei suoi ricavi annui in costi relativi ai calciatori, siano essi cartellini, stipendi o compensi agli agenti.

Questa percentuale è però ancora molto lontana dalla realtà, e quindi si è preferito implementare questo nuovo parametro con gradualità. Da questa stagione, la 2023/2024, il limite sarà al 90%, mentre la successiva scenderà al 80%, per poi arrivare solo nel 2024/2025 al 70% che è l’obiettivo finale.

La sostenibilità ambientale è fondamentale per il calcio

La situazione in Premier League

Gli obiettivi della UEFA sono chiari, così come quelli della FIGC che da essi derivano. Ma quanto sono lontane le grandi squadre, europee e italiane, dal raggiungerli? Per comprenderlo è utile consultare il Football Sustainability Index 2023, redatto da Brand Finance, che elenca punti di forza e criticità nella sostenibilità di grandi e piccole squadre sparse per tutto il continente.

Il dato che emerge più di qualsiasi altro è che la Premier League, anche in questo campo, primeggia. Il campionato inglese è ormai da un decennio diventato il punto di riferimento del calcio mondiale. Anche se i successi sportivi in Europa non parlano di un dominio assoluto sul campo, con frequenti incursioni soprattutto delle spagnole, in ambito economico il primato è ormai saldamente dall’altra parte della Manica. Quasi sette miliardi di dollari di profitti nel 2022.

Un successo che si riflette anche nel campo della sostenibilità. Secondo il report di Brand Finance, la Premier League risulta il campionato migliore per rispetto dell’ambiente, trasparenza della governance e impegno sociale.

Esempi di sostenibilità inglesi

Due esempi di progetti che distinguono il campionato inglese dagli altri sono il Premier League Works Scheme e quello per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. Il primo è un sistema di supporto per i giovani che facilita l’accesso al lavoro e l’apprendimento di una professione.

Crea opportunità nelle comunità locali e coinvolge 25 società inglesi. Il secondo punta a raggiungere le emissioni nette pari a zero nel 2040, dieci anni prima degli obiettivi dell’Unione Europea, con iniziative per incoraggiare l’utilizzo dei mezzi pubblici o del car sharing per raggiungere gli stadi in occasione delle partite. 

Su tutte le squadre inglesi, la palma della più sostenibile va al Liverpool, leader della classifica a livello mondiale. Brand Finance le assegna un punteggio di 79 su 100 sia per il rispetto dell’ambiente sia per l’attenzione alle politiche sociali, ma è con la governance che i Reds consolidano il loro primato.

In quel settore vanno a pieni punti, 100 su 100, l’unica grande squadra europea a riuscire ad ottenere il massimo dei voti in una delle tre categorie. Dati che rafforzano il valore del brand Liverpool Football Club, che secondo il rapporto tocca 1,3 miliardi di dollari. Nella stagione 2021/2022 i Reds hanno fatturato oltre 700 milioni di euro, record storico, a conferma di un ottimo stato di salute della società, nonostante il periodo appena passato non sia stata altrettanto esaltante.

La sostenibilità delle squadre inglesi

Lo stesso Football Sustainability Index 2023 cita Ben Latty, direttore commerciale del Liverpool, per spiegare come la società sia arrivata a questo risultato. Il dirigente racconta che il cambiamento di passo sulla sostenibilità sarebbe avvenuto alcuni anni fa sotto la spinta di alcuni azionisti chiave.

Uguaglianza, diversità, inclusione, impatto sociale e ambientale delle attività della squadra sono diventate d’un tratto centrali nella strategia della dirigenza, e hanno richiesto di intraprendere una nuova direzione, che coordinasse iniziative prima solo sporadiche.

Nasce così la Red Way, una strategia volta a implementare soluzioni sostenibili sopratutto per gli spostamenti di squadra e tifosi. L’obiettivo era quello di raggiungere entro la fine della stagione 2022/2023 le emissioni zero tramite l’utilizzo per i propri mezzi di combustibili sostenibili come il biofuel.

Il ruolo del pubblico

La sostenibilità è anche una questione di percezione. Ad esempio per quanto riguarda l’ambiente, sono gli sponsor a essere molto attenti e più attratti a progetti che curano l’impatto ecologico. Dal punto di vista della governance e da quello sociale invece, sono i tifosi a essere il pubblico più coinvolto.

Sta in questa percezione la parte economicamente più importante dell’ESG: un’azienda ritenuta sostenibile è in grado di attrarre con maggior facilità determinati sponsor, che hanno per loro natura un’attenzione particolare verso determinate tematiche.

Qatar: un esempio di sportwashing

L’esempio più chiaro di queste intenzioni e di quanto l’avere un’immagine sostenibile sia diventato cruciale nel mondo del calcio lo fornisce il mondiale del 2022 in Qatar. Un evento organizzato da un grande paese esportatore di fonti fossili, con stadi costruiti tramite lo sfruttamento di manodopera proveniente soprattutto da paesi del sud est asiatico e con un’assegnazione finita nel mirino della magistratura francese.

Difficilmente si può immaginare un mondiale più lontano dai parametri ESG, ma nonostante ciò, l’organizzazione ha deciso di promuovere proprio la sostenibilità dell’evento. Un’operazione largamente riconosciuta come greenwashing, che però segnala come ormai per attrarre sponsor occidentali, sia necessario mantenere almeno una facciata di sostenibilità.

Come la sostenibilità attrae gli sponsor

Questa stessa meccanica avvicina alcuni sponsor non esattamente sostenibili a squadre di calcio che dimostrano di avere una percezione di attenzione all’ambiente e alle politiche sociali verso i propri tifosi. È il caso, per esempio di Emirates, compagnia aerea che, in quanto tale, ha grossi problemi con il rispetto delle norme ambientali, ma che è o è stata in passato vicina a società con un ottimo punteggio nel report di Brand Finance, come Real Madrid o Milan.

È evidente quindi come, al di là della questione etica, morale e ambientale che i parametri ESG inevitabilmente portano con sé, esista un chiaro vantaggio per le squadre di calcio nel dipingersi come sostenibili. L’immagine di club verde, sociale e trasparente diventa una leva per attrarre investimenti. ©

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