Il Milan di Stefano Pioli affronta il PSG al Parco dei Principi nella terza giornata di Champions League, match di grande importante per la qualificazione. Nel frattempo il CdA rossonero ha chiuso con un utile pari a quasi 6,1 milioni di euro, un risultato positivo se si considera la perdita rispetto all’esercizio 2021/22 di 66,5 milioni di euro. Si tratta di un ritorno all’utile, che mancava dal 2006, durante la gestione di Silvio Berlusconi.
Le mosse di Gerry Cardinale
Il percorso di centellinare le risorse è proseguito con il fondo RedBird di Gerry Cardinale. Il fatturato della società milanese è stato pari a 404,5 milioni di euro nella stagione che ha visto il diavolo tornare a disputare una semifinale di Coppa dei Campioni a sedici anni dall’ultima apparizione.
Ricavi in crescita
Il club rossonero, nell’attuale stagione, ha quindi fatto registrare 404,5 milioni di euro di ricavi (+1,35% rispetto al 2020/21). La voce più interessante è legata al market pool (diritti televisivi) nella quale il Milan tra Serie A e coppe ha incassato 175 milioni. In crescita anche i ricavi sugli sponsor e merchandising con un profitto di 127,294 milioni di euro; mentre tra biglietti venduti e abbonamenti annuali il club rossonero ha incassato 72,834 milioni di euro.
I diritti televisivi
Complessivamente, il Milan nella stagione 2022/23 ha registrato 404,5 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 297,6 milioni del 2020/21. La voce più corposa è quella relativa ai diritti televisivi, pari a quasi 175 milioni di euro (133 milioni nel bilancio precedente), mentre le plusvalenze sono praticamente azzerate, a quota 200mila euro (quasi 5,6 milioni nel 2021/22), con altri proventi dalla gestione dei calciatori pari a 6,2 milioni (3,2 milioni nel 2021/22).
Semaforo verde per il bilancio
I costi a bilancio per la società di via Aldo Rossi sono cresciuti con i ricavi nel 2022-23 a 390 milioni di euro; rispetto ai 352 della precedente annata. La maggior parte di questi costi è legata agli stipendi dei calciatori e del personale (161,9 milioni di euro); mentre gli ammortamenti e svalutazioni sono scese al 71,265 milioni di euro, di cui 62,819 milioni per immobilizzazioni immateriali. ©
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