sabato, 27 Aprile 2024

Vacanze invernali: i prezzi e le mete più gettonate

Sommario

Il turismo italiano è in solida crescita. Sempre più lontana la parentesi buia del Covid-19. Sono infatti 11 milioni gli arrivi e oltre 70 milioni le presenze dell’ultima stagione Open Air, secondo i dati presentati a ITHIC, la Italian Hospitality Investment Conference. Una performance capace di portare il settore outdoor al secondo gradino della classifica, dopo gli alberghi, che restano saldamente al primo posto nella scelta della modalità di vacanza preferita dagli italiani.

«L’Open Air viene apprezzato per quello che è: non una soluzione minore, ma una nuova filosofia di vacanza. Accessibilità, sostenibilità, qualità e innovazione sono i pilastri della nostra attività. Il nostro obiettivo è quello di operare in investimenti che sappiano coniugare pragmatismo e fantasia per essere sempre più competitivi sul mercato», dice Alberto Granzotto, Presidente di FAITA-FederCamping

Numeri da record per il turismo in Italia

In Italia oltre 2.600 aziende del settore mettono a disposizione degli ospiti una capacità complessiva  da oltre 1,3 milioni di posti letto, con circa 150mila addetti impegnati (tra diretti e indotto). Il fatturato è di circa 5,2 miliardi di euro, mentre l’indotto va oltre i 3 miliardi di euro. Nel 2023 prosegue il trend positivo del turismo, che torna ad essere un settore trainante per l’economia italiana, capace di generare direttamente il 5% del PIL e incidere indirettamente sul 13% dello stesso. È poi responsabile del 6% dell’occupazione totale, influenzandola per un complessivo del 15%. In crescita rispetto alla stagione precedente i dati estivi, con circa 28 milioni di italiani che hanno scelto di partire per una vacanza tra giugno e settembre, per un totale di 60 milioni. 

Le mete più gettonate

Sullo stesso trend positivo anche le prenotazioni per le imminenti feste natalizie e per il ponte dell’Immacolata. Quali strutture saranno quelle maggiormente interessate dagli spostamenti per le vacanze di Natale? «Molte sono aperte tutto l’anno. Alcune di queste si trovano in zone di montagna e sono attrezzate per offrire un’ospitalità adeguata anche nella stagione invernale, specie in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Altre continuano ad offrire ospitalità nella zona dei grandi laghi del nord. Ma ritengo che la maggiore presenza si registrerà nelle città d’arte, quali Venezia, Roma, Firenze». 

Scelte mirate

Dalle ricerche elaborate da ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, il patrimonio culturale è la seconda spinta all’interesse turistico in Italia, dopo quello naturalistico. A crescere è la voglia di visitare posti nuovi, fuori dalle “rotte tradizionali”. Un interesse segnalato dal 20% degli intervistati, rispetto al 14,3% del 2019. Forse effetto delle restrizioni pandemiche e del desiderio di evasione che, per contrasto, hanno generato in molti.   

Dati positivi per l’Open Air

I numeri dell’Open Air sono in costante crescita, ma quali sono le novità che volete apportare in questo settore così delicato e importante per l’economia italiana?

«Il segmento si conferma come vivace e in crescita nella stagione 2023. Vogliamo favorire la transizione generazionale già in atto da almeno un decennio. Incoraggiando le imprese sulla strada della sostenibilità, dell’accessibilità, della qualità intrinseca ed elevata di prodotti e servizi offerti e, non da ultimo, della digitalizzazione». 

Alberto Granzotto, Presidente di Faita Federcamping

Faita conferma la sua crescita

FAITA registra una crescita marcata tanto nelle Regioni del Nord-Est quanto in quelle del Nord-Ovest (+4% tra arrivi e presenze). In miglioramento il Centro, stabili il Sud e le isole, dopo un avvio incerto, grazie al prolungamento della stagione estiva. Sul piano dei flussi, quelli esteri sono al 55% e al 45% quelli italiani, con un deciso ritorno degli ospiti stranieri. Numeri da record anche in questo caso con un fatturato complessivo miliardario per il turismo all’aria aperta.

Quali sono i margini di crescita del settore?

«Il fatturato complessivo si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. Può senz’altro crescere, se si considera che l’offerta può migliorare in senso qualitativo, offrendo una gamma di servizi più ampia e più articolata. In più, il numero delle imprese può aumentare – penso ad esempio alla vivacità dimostrata negli ultimi 3 anni dal turismo itinerante, per il quale si potrebbero moltiplicare in tantissimi borghi italiani le aree di sosta per camper e caravan, purché imprenditorialmente gestite. Vi sono poi molte nuove ed importanti strutture, con caratteristiche da top di offerta, sono oggi in fase di progettazione avanzata e alcune di esse già in fase di realizzazione. Infine, moltissimi ospiti che ancora non conoscono la nuova e vera natura del Turismo Open Air possono essere avvicinati con adeguate campagne di sensibilizzazione e promozione della nostra modalità. Ulteriori margini possono derivare da un management aziendale più accorto ed attento alle fluttuazioni del mercato, con l’applicazione di tariffe dinamiche e tecniche di marketing digitali».

La novità dei glamping

Anche i glamping (campeggi di lusso) hanno riscosso un grande successo. Il settore realizza soggiorni per tutte le esigenze. Non è quindi una moda, né un fenomeno passeggero.  Coniugando sostenibilità ambientale, accessibilità e comfort, stuzzica i desideri di molti clienti. Forse anche sotto l’influsso di questa categoria d’alta gamma, i prezzi registrano un’impennata di 93 euro medi giornalieri contro 74 degli scorsi anni. Un trend di spesa significativo, che supera anche i 70 euro registrati nel 2019. Il budget destinato all’alloggio si attesta invece sui 61 euro al giorno. Triplica l’attenzione al rapporto qualità-prezzo (dal 4,1% del 2019 al 13% del 2022). Questo boom della spesa ha portato le strutture ad arricchire l’offerta con servizi nuovi come campi da tennis, padel, calcetto, piscine, luoghi pubblici e zone relax. Tra le esperienze Open Air, agriturismi e agricampeggi hanno segnalato numeri da record, con una previsione di presenze di 57 milioni di turisti nei mesi estivi, in aumento del 2% rispetto alla stagione 2022.    

Le differenze rispetto al turismo tradizionale

Che cosa ha di diverso l’Open Air rispetto al turismo tradizionale? «Siamo passati da una domanda di turismo “essenziale” dei primi anni 60 a livelli di qualità e di servizio assolutamente altissimi e ben diffusi nella maggioranza delle strutture. I nostri ospiti chiedono oggi una vacanza che sia un’esperienza e il cui positivo ricordo li accompagni nel tempo. Per questo, l’alloggio che offriamo si è fatto più ricco e con elevati standard di comfort, non di rado a livello luxury. Nelle nostre strutture gli ospiti hanno sempre un adeguato spazio a disposizione per la loro privacy e nel contempo una gamma di attività e occasioni di socializzazione. D’altro canto, riusciamo a soddisfare la domanda di contatto con la natura che il mercato ci rivolge meglio e più di qualsiasi altra modalità. Ma soprattutto lo facciamo in un’ottica e con una prassi di sostenibilità autentica che l’ospite richiede e ben percepisce nelle nostre aziende. Infine, siamo naturalmente vocati alla permeabilità con il territorio, che non è solo di contesto, bensì si traduce anche in integrazione autentica, per esempio attraverso le esperienze enogastronomiche o con la promozione di eventi e manifestazioni locali». ©️

📸 Credit: Canva

Giornalista pubblicista, amante del mondo del calcio. Laureato in Scienze Motorie Sportive all'Università degli Studi di Brescia, per il Bollettino mi occupo principalmente di sport, spettacoli e cultura.