lunedì, 29 Aprile 2024

Donne al Sud costrette a scegliere: disoccupazione o emigrazione

Sommario

Lavorano poco, non praticano sport e muoiono prima. La condizione delle donne che abitano il Sud Italia è l’icona di un Paese che viaggia a due velocità. Sono 6 milioni e 800mila. Estremamente penalizzate a livello economico, soprattutto se con figli e prive di una formazione professionalizzante. Così in assenza di prospettive il 46% delle laureate meridionali emigra (dati Svimez). Ogni anno sono circa 37mila le ragazze che si trasferiscono nelle regioni centro-settentrionali, mentre altre 15mila decidono di cercare fortuna all’estero. 

Donne e disoccupazione nel Sud Italia

Le donne del Sud Italia sono le più disoccupate d’Europa. Il livello di occupazione femminile è il peggiore a livello comunitario. Il 65% infatti non lavora. Le differenze geografiche e di genere nell’accesso al mercato del lavoro appaiono enormi. Come evidenziato dal report Le Equilibriste di Save the Children, al Sud 23,8 punti percentuali separano il tasso di occupazione maschile da quello femminile, contro i 13,9 del Nord e i 13,6 del centro. Un dato che si riflette anche analizzando le differenze tra territori: se nelle regioni settentrionali ad avere un impiego è il 62% delle residenti, in quelle meridionali si raggiunge appena il 35%. Quota che diminuisce per le mamme. Solo il 21% lavora.

L’accesso alle cure per le donne meridionali

Nell’analizzare i divari Nord – Sud nel diritto alla salute, Svimez fotografa le difficoltà nell’accesso alle cure delle donne meridionali. La mortalità evitabile attraverso un’adeguata assistenza sanitaria, con 14 decessi trattabili e/o prevenibili ogni 10mila abitanti è nettamente superiore rispetto al resto d’Italia. L’aspettativa di vita, in media, è inferiore. Basti pensare allo scarto tra gli 83,1 anni della Campania e gli 86,3 anni del Trentino per comprendere l’entità del differenziale. Le morti di donne per patologie oncologiche si stima siano 8,2 ogni 10mila abitanti contro le 6,6 che si registrano nel Nord-Est. Una conseguenza diretta della carenza nelle campagne di prevenzione: in Calabria hanno ricevuto l’invito a partecipare al programma di screening mammografico il 16% delle donne tra i 50 e i 60 anni contro una media nazionale dell’89%.

Sport, un lusso per poche

Lo sport al Sud è un lusso per poche elette. A testimoniarlo è la relazione stilata da Censis e CONI nel 2023 sul gender gap in ambito sportivo. Nel Mezzogiorno le donne praticano pochissima attività fisica rispetto al resto d’Italia. Il ritardo nello sport femminile meridionale è palese: si allenano da più di 3 anni il 19,7% delle donne al Sud, mentre nel Nord Est sono il 36,3%, nel Nord Ovest il 34% e il 31,9%. Le ragioni sono facilmente riconducibili alla carenza di infrastrutture pubbliche e alle scarse disponibilità finanziarie legate al basso tasso di occupazione. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?