venerdì, 26 Aprile 2024

Effetto Ramadan: boom di consumi dal food alla moda

Sommario
Ramadan

Inizia il Ramadan e l’economia islamica raggiunge l’apice. «I consumi alimentari saranno equivalenti a quelli di tre mesi normali. È paradossale», ha osservato la società di ricerca Islamic Studies of Economics Group (ISEG). Per i principali marchi globali, il periodo sacro dei musulmani è diventato un’opportunità per raggiungere oltre 1,5 miliardi di persone, creando legami genuini e duraturi con la comunità dei fedeli.

LA SPESA AUMENTA

«Durante il Ramadan il commercio prende il volo. Le persone fanno grandi feste al termine di una giornata di digiuno, vanno a letto tardi, mangiano moltissimo e portano in tavola tantissime varietà di frutta e verdura», ha spiegato Ali Bidshahri, direttore generale di Yalda Trading, azienda ortofrutticola di import-export con sede a Dubai.

Una ricerca della piattaforma per il marketing Think With Google, nel 2018, ha rilevato che gli acquisti negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita e in Egitto aumentano complessivamente del 53% durante il Ramadan, mentre quelli di articoli per la casa subiscono un incremento del 90%. Un rapporto del 2021 di Snapcart – software di consulenza commerciale – ha mostrato numeri simili in Indonesia, con il 46% dei consumatori che fa più compere: in crescita rispetto al 2020, ma siamo ancora lontani dai dati pre-pandemia di quasi il 70%. Nel Regno Unito, in questo periodo dell’anno, oltre 200 milioni di sterline lasciano i portafogli, e negli Stati Uniti il ​​62% dei fedeli compra più generi alimentari nel corso del Mese Santo.

Tra piatti da preparare, abiti per le occasioni speciali e regali per l’Eid – la festa che segna la fine del digiuno – da acquistare, iftar – i pasti serali che interrompono l’astinenza quotidiana – a cui partecipare, donazioni di beneficienza e via dicendo, non è difficile comprendere un picco così drastico della spesa.

CRESCE ANCHE LO SHOPPING ONLINE

Nel suo Report sul Ramadan 2021, Onest Data – società che si occupa di ricerche di mercato – ha evidenziato che il 51% delle persone ha impiegato più tempo facendo compere sul web durante il digiuno del 2020. Un sondaggio condotto da Checkout.com – piattaforma di consulenza per l’economia digitale – ha mostrato che lo scorso anno il 76% dei fedeli negli Emirati Arabi e in Arabia Saudita ha speso denaro per prodotti e servizi online con maggiore frequenza rispetto agli altri mesi. In generale, il tempo trascorso su internet aumenta vertiginosamente in questo periodo, non solo per lo shopping, ma anche per comunicare, intrattenersi e fare ricerche in rete. In base a uno studio di Facebook, il 48% di coloro che hanno celebrato il Ramadan nel 2020 ha affermato di aver utilizzato di più i dispositivi mobili in quel momento dell’anno.

IL QUADRO ECONOMICO D’INSIEME

L’economia islamica merita particolare attenzione perché, con la sua rapida espansione, offre grandi opportunità commerciali e di investimento. Secondo lo State of the Global Islamic Economy Report 2020/21 di Dinar Standard – società di ricerca e consulenza strategica – nel 2019 i musulmani hanno speso 2,02 trilioni di dollari nei settori alimentare, farmaceutico, cosmetico, della moda, dei viaggi e media e intrattenimento. Una cifra che dovrebbe crescere fino a 2,4 trilioni di dollari entro il 2024, nonostante una diminuzione degli acquisti dell’8% nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Si stima che i consumi alimentari raggiungeranno 1,38 trilioni di dollari entro il 2024, la cosiddetta “moda modesta” – rispettosa dei dettami religiosi – toccherà quota 311 miliardi, i prodotti farmaceutici 105 miliardi, i cosmetici 76 miliardi e i viaggi oltre 200 miliardi. Le risorse finanziarie ammonteranno a 3,69 trilioni di dollari, in aumento a fronte dei 2,88 trilioni del 2019.

Il report identifica quattro fattori trainanti per l’economia islamica, che cresce a quasi il doppio del ritmo di quella mondiale: una popolazione musulmana numerosa, in forte incremento e giovane; i valori religiosi che guidano la vita quotidiana; la connettività digitale e la rapida diffusione del consumo etico.

UNA CLASSE MEDIA GIOVANE E SEMPRE PIÙ RICCA

Shelina Janmohamed, vicepresidente di Ogilvy Noor – società di consulenza per brand e aziende – nel suo libro Generation M: Young Muslims Changing the World, spiega come un’enorme fascia demografica giovane (due terzi dei fedeli hanno meno di trent’anni) stia guidando una classe media in forte espansione con ricchezza e potere d’acquisto in aumento. «I membri della classe media, con i loro gusti sofisticati e il loro orgoglio religioso, probabilmente triplicheranno entro il 2030, passando dai 300 milioni del 2015 a 900 milioni. Questo porterà a un boom di prodotti e servizi modellati sui gusti dei musulmani», ha scritto. ©

Sara Teruzzi

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Immagine di copertina: fotografia di Annie Spratt da unsplash

Nata e cresciuta in Brianza e un sogno nel cassetto – il mare. Ama leggere e scrivere ed è appassionata di comunicazione. Dopo la laurea magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, entra nella redazione de “il Bollettino” con un ricco bagaglio di conoscenze linguistiche acquisito durante il percorso scolastico. Ai lettori italiani porta notizie che arrivano da lontano – dall’Asia al mondo arabo.