Allevamenti di pesci e gamberetti che crescono in cisterne fuori dal mare. Non è fantascienza, ma realtà. Parliamo di “acquacoltura onshore”, una tecnologia che permette di far crescere animali marini in qualsiasi luogo della Terra senza impattare sull’ecosistema circostante. Vertical Oceans, startup innovativa con base a Singapore, sviluppa modelli di acquacoltura eco sostenibili. Un’innovazione che attira sempre più l’attenzione degli investitori. Il gruppo di ricerca Pitchbook Data Inc. rileva che nel 2021 i fondi del venture capital destinati a aziende tech legate al cibo ammontano a 39 miliardi di dollari. In Italia la filiera vale 453 milioni di euro, numeri bassi se comparati al settore dei prodotti ittici. L’acquacoltura a terra sembra però avere il potenziale per guadagnare una fetta di mercato sempre maggiore.
Pesci e gamberetti, il futuro è fuori dal mare?
Oggi un quarto del pesce e dei frutti di mare allevati nell’Unione Europea proviene dall’acquacoltura, che rappresenta l’1,1% della produzione globale. L’Europa dipende per più del 70% dalle importazioni. Le specie più allevate per volumi sono: salmone dell’Atlantico, trota iridea, mitilli, ostriche, vongole, orata, carpa e spigola. Una tipologia di produzione di per sé sostenibile, ma quando gli allevamenti si trovano vicino alla riva aumenta il rischio di inquinamento dei mari con sostanze chimiche e antibiotici.
Per non parlare poi della pesca a strascico, pratica ancora molto diffusa, che ha ripercussioni importanti sulla vita marina. Le flotte europee beneficiano però di sgravi fiscali e sussidi governativi, che compensano le perdite annuali di 77 milioni di euro. Una situazione non più sostenibile, secondo esperti e associazioni.
Ad oggi, il contributo di Vertical Oceans ammonta a 1 tonnellata di gamberetti prodotti, allevati su una piccola isola al largo della costa di Singapore. La startup ha già attirato l’attenzione delle società di venture capital Khosla Ventures e SOSV, che nell’ultimo seed round dello scorso anno hanno investito 4 milioni di dollari.
L’azienda di Singapore offre la consegna a domicilio di pesci e frutti di mare “coltivati” e “raccolti” a km 0. Inoltre, rifornisce anche i ristoranti locali. I piani futuri prevedono l’approdo negli Stati Uniti entro il prossimo anno, con l’apertura del primo negozio.
«Stiamo dimostrando come potrebbe essere il futuro della produzione efficiente di proteine», afferma il co-fondatore e amministratore delegato, John Diener.
Acquacoltura onshore, come funziona?
I gamberetti crescono e si alimentano dentro cisterne dalle dimensioni di un pulmino, dotate di areazione e di un sistema di ricircolo e depurazione dell’acqua attraverso alghe che catturano azoto, fosforo e defezioni. Un vero e proprio ecosistema acquatico sano e pulito.
«Il motivo per cui siamo in grado di evitare i problemi patogeni batterici è in gran parte perché abbiamo questo ecosistema sano e più equilibrato», ha detto Diener.
Vertical Oceans afferma di non utilizzare antibiotici e sostanze chimiche in nessuna fase del processo.
L’importanza di preservare l’ecosistema marino
Ormai è noto che gli oceani, allo stesso modo delle piante, assorbono calore e carbonio. Ma il loro ruolo non finisce qui. Il fondo marino e le sue risorse rappresentano un patrimonio inestimabile dell’umanità. Gli oceani sono infatti fonte di cibo, energia, commercio e lavoro. Un forziere di diversità che si va però esaurendo. Dal secondo dopoguerra la quantità di pescato è aumentata, per far fronte alla crescita della domanda, ma pesci e frutti di mare scarseggiano sempre più. Gli ultimi studi dimostrano che livelli eccessivi di anidride carbonica nelle acque, causa di acidificazione, influiscono negativamente anche sul nostro gusto. Dall’industrializzazione ad oggi, l’acidità degli oceani è aumentata del 26%. Si stima che da qui al 2100 aumenterà, in maniera esponenziale, del 100%. I prodotti dell’acquacoltura onshore avrebbero quindi un sapore più gradevole al palato. Il futuro di pesci e gamberetti è fuori dal mare?
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