giovedì, 18 Aprile 2024

Repressione finanziaria: ecco gli effetti sull’economia reale

Sommario
Repressione finanziaria

La repressione finanziaria non è ancora del tutto superata. La crescita globale dovrebbe rallentare a +1,4% nel 2023 e recuperare modestamente a +2,8% nel 2024. Invece, le economie avanzate come USA e Paesi europei si avviano verso una stagnazione nel 2023, seguita da una crescita del +1,5% nel 2024.

Europa e Stati Uniti

Gli economisti di Allianz si aspettano un bottom-out nella prima metà del 2023, seguito da una modesta ripresa nel 2024-25 per i Paesi con una maggiore dipendenza dal gas come la Germania.

Grazie soprattutto alle forti esportazioni e all’ampio portafoglio di ordini non ancora evasi nel settore manifatturiero; unitamente alla stabilità dei consumi, l’economia statunitense invece si dimostra resistente, pur dovendo far fronte a una rapida stretta monetaria e a un’inflazione elevata.

«Sia l’Europa che gli Stati Uniti si avviano verso una lieve recessione nel 2023. Ma, mentre il 2024 potrebbe portare a una ripresa negli Stati Uniti, l’Eurozona resterà bloccata in uno scenario di confusione a causa della crisi energetica»; afferma Ludovic Subran, Chief Economist di Allianz.

Sebbene le banche centrali rimangano determinate a combattere l’inflazione, questa continuerà a rimanere elevata nel breve termine, con una media del 6,4% a livello globale, prima di scendere al 3,9% nel 2024.

Nelle economie avanzate, l’inflazione dovrebbe raggiungere il 4,7% nel 2023, in calo rispetto al 7,4% del 2022. Le continue pressioni salariali, unite al persistere di prezzi elevati dell’energia e dei generi alimentari, manterranno l’inflazione al 2,4% fino alla fine del 2024, soprattutto in Europa. L’inflazione nei mercati emergenti scenderà solo all’8,5%, e rimarrà elevata al 5,9% nel 2024.

La politica delle banche centrali rallenta l’economia

La politica monetaria delle banche centrali influirà sulla crescita economica, rallentandola ulteriormente nel 2023 prima di invertire la tendenza verso una crescita più forte nel 2024.

«Riteniamo che sia inevitabile un periodo di crescita inferiore e che il rischio di recessione sia elevato, dato che gli effetti ritardati della politica monetaria più restrittiva si fanno sentire sull’economia»; ha dichiarato Brian Rose, economista di UBS Global Wealth Management.

Mentre l’uscita dalla repressione finanziaria ha comportato gravi perdite per gli investitori a reddito fisso; tuttavia, nel 2023 i bond offrono nuovamente rendimenti reali, cioè determinati dall’inflazione.

Effetti della repressione finanziaria sui portafogli

Lo scenario globale attuale ha un impatto negativo sia sui rendimenti delle azioni sia delle obbligazioni, con una correlazione positiva tra queste due asset class; che rende difficile l’attività di diversificazione dei portafogli.

Nonostante nell’era della repressione finanziaria, gli investitori obbligazionari dovevano assumere un maggiore rischio di credito per mitigare i rendimenti reali negativi; tuttavia, gli analisti prevedono che questo non sia più necessario nel 2023.

I mercati azionari hanno subito un’immensa pressione nei primi nove mesi del 2022, a causa di un forte inasprimento delle condizioni di liquidità, in risposta ai tassi d’inflazione alle stelle e alle preoccupazioni geopolitiche.

Per il 2023, gli investitori sposteranno sempre più l’attenzione sulle prospettive degli utili; in particolare, sulla capacità di tenuta degli utili aziendali a fronte di un forte rallentamento dell’attività economica e di pressioni inflazionistiche. Su questa base, gli analisti iniziano a ridurre le stime degli utili per il prossimo anno in previsione di prospettive più difficili.  ©

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]