venerdì, 3 Maggio 2024

Giovedì santo per Piazza Affari. I mercati ora guardano più alla recessione che all’inflazione

Sommario
recessione

Giovedì santo. Piazza Affari si fa il regalo di Pasqua e termina l’ultima seduta di una settimana corta (domani mercati chiusi) con un +1,3% grazie a una ripresa delle banche. Con la performance odierna di fatto sono stati azzerati i rossi degli ultimi due giorni. In realtà dall’America continuano ad arrivare dati che fanno pensare a una recessione nella seconda metà dell’anno, però l’aumento della produzione industriale tedesca di febbraio (inaspettato) ha autorizzato almeno per oggi a concentrarsi sugli acquisti. Andrea Orcel, intervistato da Bloomberg, ha detto che tra tassi alti, liquidità in calo e inflazione sempre presente, è quasi inevitabile che accada qualcosa di brutto. Bisogna restare vigili, dice il manager, anche se il sistema italiano e la sua Unicredit sono solidi.

Piazza Affari di corsa

Enel è il miglior titolo di giornata, su di oltre 3 punti percentuali, sorretto dal piano di Buy Back da 2 miliardi che potrà riacquistare fino a 500 milioni. Quasi +3% anche per Leonardo dopo un accordo con Siemens sulla cyber sicurezza. Bene poi i bancari, Fineco +2,5% per la buona raccolta a marzo. Unicredit di nuovo sopra i 18 euro, +1,3% per Bper col rating alzato da Fitch in area Investment Grade, si risveglia Intesa. Male di nuovo i titoli più esposti all’America, da Iveco a Cnh Industrial, lusso compreso con Moncler che cede l’1,5%. Piazza Affari è comunque il miglior listino giornaliero in europeo.

Mediaset sale ma ancora -32% annuale

Ancora in spolvero i titoli ex Mediaset (BEN oltre +3% per Mfe A e Mfe B), mentre resta alta l’apprensione per le condizioni di salute di Silvio Berlusconi, principale azionista tramite Fininvest. Da quando il centrodestra aveva rivinto le elezioni, le azioni Mfe B, che valgono dieci diritti di voto, erano comunque risalite del 51% mentre il confronto con un anno fa resta negativo di un 32%.

Cambia la narrazione

L’inflazione fa meno paura nei mercati, in questi giorni è il rischio recessione a tenere banco. Anche oggi numeri non positivi dal lavoro Usa, come spera la Federal Reserve. I datori di lavoro americani hanno annunciato 89.7mila tagli di posti di lavoro a marzo, il 319% in più rispetto ai 21.387mila di un anno fa. Il totale di marzo segna la terza volta quest’anno in cui i tagli sono stati superiori rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre continuano gli aumenti dei tassi e le aziende regnano sui costi. Considerando il primo trimestre, i datori di lavoro hanno annunciato 270.416 tagli, il totale più alto del primo trimestre dal 2020. Non è un caso dunque che le richieste di sussidi di disoccupazione, la scorsa settimana, siano state 228mila, oltre le attese di 200mila. Domani arriverà il rapporto di marzo sull’occupazione, con i mercati però chiusi per le festività pasquale.

Bond Usa ai minimi da 7 mesi

La prossima settimana sarà la volta dell’inflazione e delle prime trimestrali delle big a stelle e strisce, intanto il rendimento dei bond pubblici americani a 10 anni è sceso per la settima sessione consecutiva al 3,28%, mantenendosi a livelli bassi che non si vedevano dal settembre dello scorso anno. La maggior parte degli investitori ora prevede che la Fed lascerà il tasso dei fondi federali stabile il mese prossimo, con meno del 40% che prevede un aumento del tasso di 25 punti base. Oro in leggero calo ma sempre sopra 2000 dollari l’oncia. ©

 

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.