La legge che norma la materia specifica è il decreto legge n.87 del 27 maggio 2005, che all’articolo 1 stabilisce le regole in tema di variazioni dei prezzi. Il decreto prevede che le case farmaceutiche possono abbassare il costo dei medicinali in qualsiasi momento. Per quanto riguarda gli aumenti, invece, il cosiddetto Decreto Storace prevede che a gennaio di ogni anno dispari i titolari dell’Autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) possano applicare aumenti ai prezzi dei farmaci di fascia C con ricetta. Tuttavia, esistono delle limitazioni. In primo luogo, l’incremento entra in vigore dal 31 gennaio. Inoltre, non può raggiungere percentuali troppo elevate, ma deve rientrare nei limiti dell’inflazione programmata per l’anno precedente. Il secondo punto è anche il più interessante. La percentuale prevista dall’Istat è del 7,1%, numero già di per sé significativo. Tuttavia, sembrerebbe che i prezzi di diversi medicinali di classe C con prescrizione siano aumentati in misura maggiore rispetto ai limiti massimi previsti dalla legge, secondo quanto emerge dalla lista delle variazione dei prezzi al pubblico dei Medicinali di classe C di Farmadati Italia.
Intanto in borsa Big Pharma ci guadagna
L’industria farmaceutica supera il record di esportazioni, nonostante il caro energia e la scarsità di materie prime. Gli ultimi dati mostrano infatti che le Big Pharma hanno chiuso il 2022 con un +44% nell’export rispetto al 2021. Il settore ha portato 6,7 miliardi di euro nelle casse delle case farmaceutiche. Un trend che si rispecchia anche nella produzione, che nei primi 10 mesi del 2022 è aumentata del 10%.
La fine della pandemia ha contribuito alla crescita del fatturato delle aziende produttrici e alla ripresa delle farmacie, che nel 2022 hanno beneficiato di un aumento dei volumi del 4,4% e delle vendite del 4,6% (26 miliardi di euro) sul 2021. Un incremento che ha interessato sia i farmaci cosiddetti etici, sia le medicine senza ricetta. Le vendite dei prodotti da banco hanno fruttato 11,4 miliardi di euro (+7,7% sul 2021) e i volumi sono cresciuti del 7,8%. Le vendite di farmaci con prescrizione hanno portato 14,3 miliardi di euro di ricavi (+2,2% sul 2021). Un trend che ha interessato anche l’e-commerce, che ha visto il fatturato crescere di 250 milioni di euro rispetto al 2021 (428 milioni). Il 2022 è stato anche un anno critico per alcuni medicinali. Infatti, l’Agenzia Italiana del Farmaco a dicembre ha certificato la carenza di più di 3.000 medicine, nel 554 dovuta a problemi di approvvigionamento, distributivi e produttivi e domanda troppo alta.
La diffusione del Covid-19 ha provocato un calo della domanda di molti farmaci. I servizi sanitari nazionali hanno destinato la maggior parte dei fondi al contrasto al virus. Gli stessi pazienti hanno trascurato la cura di alcune patologie non emergenziali, anche a causa delle difficoltà nel rapporto con il medico di base. ©