domenica, 28 Aprile 2024

Il grano come il gas: il ricatto della Russia verso i Paesi poveri

grano

La Russia ha deciso di non rinnovare l’accordo per permettere l’esportazione del grano ucraino attraverso il Mar Nero. Questo espone il mercato a oscillazioni e mette in pericolo soprattutto i Paesi del Corno d’Africa e del Medio Oriente.

L’accordo sul grano è saltato

L’accordo sul grano ucraino è saltato. La Russia si è tirata indietro e, bombardando la città portuale di Odessa, ha posto fine al periodo di tranquillità nel Mar Nero. Le navi di Kiev non potranno più attraversarlo per portare il loro carico verso l’estero.

Il flusso di cereali che proviene dall’Ucraina è molto importante per la stabilità dei mercati alimentari. Prima della guerra Kiev produceva il 10% del frumento mondiale, e da sola contribuiva per l’80% del PAM, il programma alimentare mondiale dell’ONU.

Le rotte alternative sono quelle via terra, con TIR e treni merci, che attraversano però l’Europa. Questo destabilizza il prezzo dei prodotti agricoli dei paesi dell’est dell’Unione europea, che hanno firmato un documento di intesa per prevenire che questo accada.

Cosa succede ora sui mercati

Il prezzo del grano sta già risentendo della fine dell’accordo. Nell’ultima settimana ha superato i 720 dollari allo staio (unità di misura equivalente a circa 35 litri di volume). I mercati si stanno però già adattando: i paesi europei aumenteranno la produzione, come anche Canada e USA.

Il Nord America, esportatore di cereali da decenni, ha recentemente tagliato la produzione a causa delle siccità che lo hanno colpito. Da una parte questa reazione significa che il prezzo potrebbe non subire rialzi estremi. Dall’altra però espone il mercato a un’instabilità maggiore, soprattutto ai fenomeni meteorologici estremi.

L’impatto più grave potrebbe quindi verificarsi nei Paesi che dipendono dal grano ucraino per calmierare i prezzi del pane. Si tratta soprattutto del Medio Oriente, con l’Egitto particolarmente esposto, e il Corno d’Africa. In questa regione in particolare più di 13 milioni di persone affrontano una carestia che solo gli aiuti internazionali possono contrastare. ©

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Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.