sabato, 7 Dicembre 2024

Giornata Mondiale dei Vegetariani, stangata su frutta e verdura 

Sommario

Oggi è il World Vegetarian Day, la giornata mondiale dei vegetariani. Sul pianeta, la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations – Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite) conta 2 miliardi di vegetariani su una popolazione totale poco inferiore agli 8 miliardi: un essere umano su quattro. Le analisi della FAO stimano però nel 2023 un consumo medio annuo di 20,43 chili di carne a persona. Con una spesa mondiale per il suo acquisto di 1.294 bilioni di dollari, in aumento del 7% rispetto al 2022. Il tutto su un totale di spesa alimentare globale di circa 2 trilioni di dollari. Un dato in controtendenza rispetto all’obiettivo indicato dal Climate Change Commitee, che monitora l’impatto del cambiamento climatico, e seguendo la linea gradita al vegetarianismo, impone di ridurre il consumo di carne del 20% nei prossimi 6 anni e del 35% entro il 2050. 

Vegetariani in Italia

Ad immortalare la dieta degli italiani e le tendenze a ridurre il consumo di alimenti di derivazione animale è il 35° Rapporto Italia 2023 di Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali). Dallo studio si evince che il 4,2% del campione di popolazione analizzato è composto da vegetariani e il 2,4% da vegani. Il 7% invece afferma di essere stato vegetariano in passato. Un piccolo esercito che si unisce ad un numero sempre crescente di europei che sceglie di non mangiare carne. Dal 2020 ad oggi in Italia il numero di vegetariani è gradualmente diminuito. Nel 2023 si è attestato all’1,2% raggiungendo il numero più basso di vegetariani degli ultimi 10 anni. L’anno in cui sono cresciuti maggiormente, con un incremento dell’8,9%, è stato quello del lockdown causa Covid-19: il 2020. Aumenta invece dell’1,1% in Italia il numero dei vegani che, al contrario, negli ultimi 10 anni sono quadruplicati e festeggeranno la loro Giornata internazionale, il World Vegan Day, il prossimo 1° novembre.

Chi sono i vegetariani in Italia, l’identikit

  • Età: a portare in tavola l’etica sono soprattutto i giovani italiani. L’8,3% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni si dichiara vegetariano. Una scelta alimentare che in Italia pare diminuisca con l’avanzare dell’età. Segue una dieta vegetariana: il 6% degli italiani tra i 25 e i 30 anni; il 5,3% di coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni e il 2,8% di chi ha un’età compresa tra 45 e 64 anni. Bizzarro notare che la percentuale risale tra i più anziani: il 3,5% degli over 65 non mangia cibi di derivazione animale.
  • Genere: per quanto riguarda le differenze di genere è da sottolineare come Eurispes abbia notato che in Italia è maggiore il numero di donne vegetariane (5,9%) rispetto agli uomini (2,6%).
  • Titolo di studio: è stato osservato che nel BelPaese ad un più alto titolo di studio corrisponde la tendenza all’optare per un’alimentazione vegetariana: il 6,2% dei laureati, contro il 2,8% di chi possiede la licenza media.

Oscillazioni di prezzi per frutta e verdura

Le rilevazioni dei prezzi di frutta, verdura e cereali elaborate da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) hanno cristallizzato lo stato del mercato ortofrutticolo. Nel secondo trimestre del 2023 il prezzo all’origine del frumento duro sul mercato è calato del 35% rispetto al 2022: 335,6 euro a tonnellata contro i 514,4 euro a tonnellata dello scorso anno. Cifre che attualmente risultano insufficienti a coprire i costi di produzione sostenuti dagli agricoltori. Oscillazioni al ribasso appaiono anche per il frumento tenero che scende da 298,5 auro a tonnellata del 2022 a 267,7 euro a tonnellata del 2023.

Giornata Mondiale dei Vegetariani, la stangata del frigorifero

Dati particolarmente significativi in quanto le variazioni sul costo del frumento, indispensabile per la preparazione di pasta, pane, pizza, biscotti, si ripercuotono inevitabilmente sul prezzo allo scaffale e di conseguenza sulle tasche dei consumatori. Soprattutto se vegetariani. In calo anche i costi all’origine di mais, soia, girasole. Stabili i prezzi di latte e uva da vino, mentre lievitano i prezzi di mele (da 0,67 euro al chilo a 0,73 euro al chilo), pesche (da 1 euro al chilo a 1,2 euro al chilo) e olio (da 43,3 euro per 10 chili a 65,5 euro). Il trend a rialzo del caro-alimenti è un fenomeno che in generale si sta manifestando per tutti i prodotti dell’agricoltura. Solo i cibi trasformati e processati hanno assistito a minori aumenti dei prezzi che, in media, si attestano oltre il 20%. Una stangata per i frigoriferi di vegetariani e onnivori. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?