venerdì, 8 Novembre 2024

Israele in guerra: i mercati soffrono, ma c’è chi ci guadagna

Israele è pronto a lanciare un’operazione terrestre contro Hamas. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha espresso l’intenzione di «trasformare il Medio Oriente». Ma qual è l’impatto sui mercati di questa escalation? L’indice TA-35 (Borsa di Tel Aviv) perde circa il 6,5% domenica, per poi registrare un aumento del 0,95% oggi, chiudendo a 1.728 ILS. Il mercato dei bond è in calo, mentre la moneta israeliana, lo shekel, subisce una grande caduta, raggiungendo un valore di 0,25 rispetto al dollaro, il più basso degli ultimi otto anni.

La risposta dell Banca Centrale Israeliana

A seguito dell’attacco di Hamas dalla Striscia di Gaza, la Banca Centrale Israeliana ha annunciato che venderà fino a 30 miliardi di dollari in valuta estera per sostenere il valore dello shekel in risposta all’incertezza del mercato generata dal conflitto. Il regolatore ha espresso l’intenzione di intervenire sul mercato per ridurre la volatilità della valuta locale e garantire la liquidità necessaria per il corretto funzionamento del mercato. Se necessario, la Banca Centrale ha inoltre dichiarato di essere disposta a fornire liquidità aggiuntiva, sotto forma di SWAP (contratti derivati), fino a 15 miliardi di dollari.

Le conseguenze della guerra in Israele

Il conflitto causa un aumento del prezzo del petrolio. Il WTI Future Petrolio Greggio è aumentato del 4,11% a 86,19 dollari al barile, e il Brent Future Petrolio Brent è salito del 3,96% a 87,95. Le quotazioni del gas sulla Borsa di Amsterdam sono schizzate del 12,49% a 43,00 € per megawattora nella sola giornata odierna. Anche il prezzo dell’oro è aumentato a 1.863,00 dollari per oncia (+1,01%).

Le Borse europee mostrano preoccupazione per la guerra in arrivo nel Mediterraneo: Francoforte perde circa lo 0,67%, accompagnata da Bruxelles (-0,75%), Parigi (-0,55%) e Milano (-0,46%).

A Piazza Affari, le azioni legate alla difesa, come Leonardo, vivono un rally significativo (+4,79%). L’aumento dei prezzi dell’energia ha anche spinto Eni del 2,35%. Mentre, tra i titoli legati al gas, Snam sale dell’1,11% e Terna registra un aumento dell’1,10%. ©

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