sabato, 27 Aprile 2024

Pianificazione: ecco come evitare di perdere i risparmi

Sommario

L’inflazione corrode i risparmi degli italiani. Attualmente in Italia è al 5,3% anno su anno, solo lievemente in calo rispetto al 5,4% registrato ad agosto. «L’aspetto previdenziale, per chi svolge un’attività lavorativa, è fondamentale nella pianificazione patrimoniale: perché è venuto meno il welfare state degli ultimi decenni, soprattutto con le riforme previdenziali che hanno portato una transizione dal modello retributivo al sistema contributivo, cui la riforma del 1995 di Dini fece da spartiacque», dice Bruno Fanan, consulente finanziario indipendente e fondatore di EGOS.

Con il sistema retributivo, la pensione del lavoratore veniva determinata prendendo come riferimento il livello di retribuzione prima della pensione. Il metodo contributivo, invece, è un sistema di calcolo della pensione determinato esclusivamente in funzione dei contributi versati nell’arco della vita lavorativa. «Altra tappa significativa fu la riforma Maroni del 2005. Questa stabiliva che, in assenza di comunicazione, il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) sarebbe stato automaticamente devoluto al fondo pensione di categoria. Al contrario, per mantenerlo in azienda, era necessario esprimere esplicitamente tale volontà».

Cosa fare per garantirsi una vecchiaia serena con la pianificazione?

«In un contesto in cui vige il sistema contributivo, è essenziale sottolineare l’importanza di pianificare attentamente. La prima cosa da considerare è l’orizzonte temporale. Di conseguenza, è necessario avere una chiara visione del proprio futuro, avendo chiari quelli che possono essere obiettivi di vita, ad esempio pagare l’università per i figli o comprarsi una seconda casa. Per essere in grado di pianificare in maniera efficace è necessario conoscere la propria posizione contributiva. In base alla tipologia di lavoro svolto cambia l’ente a cui affidarsi. Ad esempio, un lavoratore dipendente può rivolgersi all’INPS, un professionista al proprio Ordine, un rappresentante di commercio anche all’Enasarco e così via. L’analisi previdenziale inizia con l’esame dell’estratto conto dei versamenti contributivi all’Ente. Questo tipo di analisi tiene in considerazione vari fattori, come la professione esercitata e il livello di retribuzione, proiettando poi una crescita salariale per gli anni a venire, adattata al potere d’acquisto reale anche in considerazione dell’inflazione. Esiste un divario da colmare tra i nostri guadagni attivi e l’importo che lo Stato eroga come pensione. È quindi fondamentale effettuare delle valutazioni per capire quale sia l’opzione previdenziale più vantaggiosa; ad esempio, scegliere tra un fondo pensione privato o un fondo pensione negoziale con contribuzione da parte del datore di lavoro. Queste decisioni hanno anche implicazioni fiscali significative».

Qual è il passaggio successivo?

«Bisogna considerare gli imprevisti della vita. Esistono polizze infortuni o malattia che vanno a coprire eventi dannosi che potrebbero avere un impatto significativo. Qui non parlo di infortuni passeggeri, ma di sinistri che possono compromettere la capacità lavorativa. In questi casi, può essere particolarmente utile una pensione integrativa. È importante notare che è possibile dedurre dal reddito IRPEF fino a un massimo di 5.164,57 euro investiti in fondi pensione. Però si applica una tassazione al momento del ritiro dei fondi. Più precisamente, l’aumento della rendita è soggetto a un’imposta sostitutiva del 26%. Per la parte riferita al capitale finale netto, si applica un’imposta del 15% che può essere ridotta fino al 6%: per ogni anno di appartenenza al fondo eccedente il quindicesimo, l’imposta scende dello 0,6%. È utile fare un confronto considerando gli aspetti fiscali qualora si voglia trasferire il TFR maturato in azienda presso un fondo pensione complementare. Il rendimento del TFR in azienda è pari al tasso dell’1,5% fisso più lo 75% dell’inflazione annua. Di conseguenza, è stato basso dal 2010 al 2020, ma dal 2021 in poi è cresciuto. Pertanto, è necessario valutare se il trasferimento del TFR nel fondo pensione sia vantaggioso anche dal punto di vista fiscale. Qualora la differenza fosse minima, potrebbe non essere conveniente».

Come andrebbero gestite le risorse?

«È utile ragionare sullo stato patrimoniale, cioè le risorse disponibili (es. beni immobili, liquidità e partecipazioni societarie) e conto economico, banalmente entrate e uscite (es. stipendio, bollette, manutenzione della casa, risparmio). Mi spiego meglio: essere a conoscenza delle proprie disponibilità in termini di risorse finanziarie ci rende maggiormente consapevoli quando dobbiamo scegliere quali obiettivi di vita perseguire. Prima di decidere se andare a comprare obbligazioni o azioni, fondi o Etf, dobbiamo capire quando ci servono i soldi, tra qualche mese o anno? Dobbiamo saperlo. Il processo di pianificazione finanziaria è come un viaggio. Ti organizzi per tempo: scegli le date, compri il biglietto aereo, prenoti l’hotel, ti informi sui ristoranti e su cosa visitare, ecc. Qui è la stessa cosa. Il ragionare sugli obiettivi di vita è tanto importante da venire prima di tutti gli investimenti finanziari. Perciò la scelta dello strumento finanziario e la costruzione del portafoglio sono l’ultimo step del processo di pianificazione». ©

📸 Credits: Canva.com

Articolo tratto dal numero del 15 ottobre 2023. Abbonati!

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]