La Cina fatica ad accelerare e la banca centrale di Pechino taglia dello 0,1% i tassi dopo 10 mesi. In Europa i prezzi alla produzione in Germania diventano negativi ma la Bce studia rialzi del costo del denaro anche a settembre. Il dato sulle case americane, grosso aumento delle nuove costruzioni, spinge il mercato a ipotizzare ancora una stretta da parte della Fed che non vede raffreddare la domanda. Risultato: Borse deboli. Ma forse è solo una scusa, dopo un rally soprattutto a Wall Street che ha spinto il Nasdaq 100 ben oltre i 15 mila punti. Piazza Affari, come da tradizione, è stata respinta sui 28mila punti. L’elastico continua. Milano termina così la seduta giù dello 0,64% a 27.500 punti.
A bordo degli yacht Ferretti
Ferretti, attualmente quotata sulla Borsa di Hong Kong, annuncia che Borsa Italiana ha approvato l’ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie a Piazza Affari. L’inizio del periodo di offerta scatta domani e terminerà il 22 giugno. In attesa di vedere chi salirà sugli yacht, fari puntati su Tim che piano piano sale (restando pur sempre ai minimi storici) scommettendo su una novità positiva sulla cessione della rete a Kkr. Il viaggio della premier Meloni all’Eliseo potrebbe magari ammorbidire Vivendi, primo azionista di Telecom e secondo socio forte di Mediaset. Unicredit sfiora i 20 euro, soglia critica: tornerà indietro come il listino principale? Va giù Stellantis nonostante l’accordo storico con Foxconn su chip, pesa la debolezza cinese.
Oro ai minimi da tre mesi
L’oro scende a 1.930 dollari l’oncia per i rinnovati timori di una Federal Reserve aggressiva. Gli operatori sono attualmente prezzati affinché Jerome Powell aumenti nuovamente i tassi di 25 punti base a luglio e termini il suo ciclo di inasprimento. Anche il petrolio, sui timori di un’ulteriore stretta che porterebbe a un indebolimento della domanda, registra un calo di oltre due punti percentuali col Wti texano che rivede i 70 dollari al barile.
Scendono in campo le grandi banche sulle cripto
Deutsche Bank, un gigante bancario europeo con 1,4 trilioni di dollari, richiede la licenza regolamentare per gestire il servizio di custodia delle criptovalute. Le grandi banche stanno entrando in gioco. Nel frattempo, gli operatori indipendenti come Coinbase vengono citati in giudizio dalla Sec, gli sceriffi di Wall Street. ©