L’interruzione del traffico nei valichi rappresenta un problema per le esportazioni italiane. Il 60% di esse passa per autostrade o ferrovie e attraverso i valichi alpini transita il 66% dell’export verso l’Europa. Il valico del San Gottardo riapre, in un settembre complicato per il trafori alpini.
Il difficile settembre dei valichi alpini
Tra l’inizio e la metà del mese molti dei valichi che collegano l’Italia con i resto d’Europa sono stati chiusi, parzialmente o completamente. Il nostro Paese è connesso al continente da 7 passaggi principali, attraverso i quali transitano la maggior parte delle persone e delle merci dirette all’estero via terra.
Sono la frontiera di Ventimiglia, il traforo del Frejus e quello del Monte Bianco, che ci collegano alla Francia, il Sempione e il San Gottardo che portano in Svizzera, il Brennero, unico grande passaggio verso l’Austria e Tarvisio, verso la Slovenia.
Di questi tre, tra cui i due più importanti per le esportazioni di merci su strada e su ferrovia, hanno avuto problemi nelle prime due settimane di settembre. Il Brennero è rallentato dalle limitazioni sempre più stringenti dell’Austria al transito di mezzi pesanti, per ridurre l’inquinamento nella regione del Tirolo.
Il San Gottardo è stato chiuso prima per il deragliamento di un treno e poi per una crepa nel tunnel autostradale. Il Monte Bianco infine rimarrà chiuso per sei mesi per lavori di manutenzione programmata.
Quanto sono importanti i valichi per l’Italia
L’interruzione del traffico nei valichi rappresenta un problema per le esportazioni italiane. Il 60% di esse passa per autostrade o ferrovie e attraverso i valichi alpini transita il 66% dell’export verso l’Europa. Si tratta di 160 milioni di tonnellate di merci all’anno su 266 totali, secondo i dati dell’associazione delle imprese di trasporti italiane ANITA.
I settori più colpiti dalle chiusure sono l’agricoltura e l’allevamento, come sottolinea Coldiretti. I prodotti alimentari deperibili necessitano di un trasporto rapido verso l’estero per essere esportati e non cadere vittime della concorrenza di altri Paesi europei, Spagna in testa.
I valichi alpini valgono per il settore primario italiano 60,7 miliardi di euro ogni anno. Nel 2023 le esportazioni attraverso questi percorsi sono cresciute dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2022 ed è il trasporto su gomma a far registrare l’aumento di volumi maggiore. Una chiusura prolungata dei tunnel più importanti causerebbe un danno economico grave al sistema Paese.
Le soluzioni a questa situazione sono complesse da attuare. Servirebbe una manutenzione migliore dei valichi ma i cantieri comportano una chiusura di tratti di autostrade e ferrovie e quindi non sono visti di buon occhio dai trasportatori. L’apertura di nuovi canali è in alcuni casi in corso, come per il base tunnel del Brennero, ma questo percorso alternativo non sarà ultimato prima del 2032. ©
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