sabato, 27 Aprile 2024

Europa debole: pesa il divario con gli USA

Sommario

Rallenta la crescita dell’Europa. La Commissione europea prevede che il PIL aumenterà dello 0,6% nel 2023, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di settembre. Si tratta del secondo taglio consecutivo delle stime per quest’anno. Invece, negli Stati Uniti il tasso di crescita dovrebbe essere intorno all’1,7%.

L’effetto dell’inflazione

L’inflazione alta, innescata prima dalla riapertura dell’economia dopo la pandemia di Covid-19 e poi dallo shock energetico seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia. Insieme al forte aumento dei tassi d’interesse e al rallentamento del commercio globale, frenano la produzione europea, facendola rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti.

«Ci stiamo avvicinando alla fine di un anno difficile per l’economia dell’UE, in cui la crescita è rallentata più del previsto», ha dichiarato il Commissario per l’economia Paolo Gentiloni.

Infatti, nel 2024 l’economia europea crescerà dell’1,2%, con un calo di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti. Le possibilità di una rapida ripresa della crescita sembrano scarse per gli economisti. I quali avvertono che il recente e pesante aumento dei tassi d’interesse non ha ancora avuto effetto su consumatori e imprese, poiché molti di loro hanno bloccato i tassi bassi con prestiti a lungo termine.

Le esportazioni in calo

Le esportazioni sono diminuite del 9,3% a settembre rispetto a un anno fa e le spedizioni di merci all’interno del blocco sono scese del 15,5%. Nel frattempo, la produzione industriale è scesa del 6,9% a settembre rispetto al 2022, dopo un calo mensile dell’1,1%.

«L’incertezza per le prospettive economiche sono aumentate negli ultimi mesi a causa della prolungata guerra in Ucraina e del conflitto in Medio Oriente», ha dichiarato la Commissione. Finora l’impatto di quest’ultimo sui mercati è stato contenuto, ma esiste il rischio di interruzioni delle forniture energetiche che potrebbero avere un impatto significativo sui prezzi, sulla produzione mondiale e sul livello generale dei costi per consumatori e imprese. Anche gli sviluppi economici per ciò che riguarda i principali partner commerciali dell’UE, in particolare la Cina, potrebbero rappresentare un rischio.

La debolezza dell’Europa

«Ovunque guardiamo nel settore privato, vediamo debolezza al momento», ha dichiarato Claus Vistesen, economista della società di consulenza Pantheon Macroeconomics. «La principale sorpresa negativa sembra essere la crescita ancora debole della spesa dei consumatori, anche se l’inflazione sta scendendo. Però, questo varia da Paese a Paese». Infatti, l’inflazione a ottobre è al 2,9% nell’eurozona e probabilmente continuerà a diminuire anche nel 2024. ©

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Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]