sabato, 27 Aprile 2024

Non solo Prada, il dual listing piace alle aziende Made in Italy

Prada pensa alla doppia quotazione e, dopo Hong Kong, guarda a Milano. Ma non è la sola. Anche il leader degli yacht di lusso Ferretti, starebbe valutando per il prossimo anno un approdo a Piazza Affari.

In un periodo di grande difficoltà per le matricole sui mercati azionari, si sta imponendo un trend che potrebbe concretizzarsi nel 2023. È quello del «dual listing» per le aziende che, nel passato, si sono quotate in Asia. 

Piace il dual listing

E la doppia quotazione, con un ritorno sui mercati finanziari europei, piace a diversi rappresentanti del «Made in Italy» e il fenomeno si sta ampliando.

Tornando a Prada, la notizia lanciata da Bloomberg, è stata confermata a stretto giro dal patron di Prada, Patrizio Bertelli, secondo cui l’approdo a Milano «sarebbe in linea con le radici del gruppo», fondato nel 1913 proprio nel capoluogo lombardo.

Del resto «per la nostra struttura societaria e per la nostra eredità, il dual listing è sempre stato un’opzione sul tavolo per Prada e rimane ancora un’opzione», ha rimarcato il presidente Paolo Zannoni, precisando che in ogni caso «non è stata presa ancora alcuna decisione a riguardo».

Operazione complessa e non scontata

Anche perché l’operazione non è semplice, non essendoci precedenti per un dual listing Hong Kong e Milano. E quindi il Gruppo procede con cautela e non è in grado di dire se sarà possibile e quanto tempo ci vorrà.

L’ipotesi di un possibile dual listing ha cominciato a prender forma lo scorso luglio durante la presentazione dei risultati del primo semestre dell’anno. Il gruppo ha chiuso il primo semestre del 2022 con ricavi pari a 1,9 miliardi di euro (in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2021) e utile netto di 188 milioni. Un ottimo risultato che però deve tenere conto ancora delle incertezze dovute dalle tensioni geopolitiche. 

Perché Prada ha scelto Hong Kong

Prada si è quotata sulla piazza finanziaria di Hong Kong nel 2011, dove capitalizza circa 14 miliardi per avere maggiore esposizione a un mercato del lusso e dei capitali in forte crescita. Cosa che è successa. Infatti, il Gruppo, non intende lasciare la piazza asiatica, come spesso rimarcato da Bertelli. Resta pur vero, però, che l’assenza di Prada dalla Borsa di Milano è tuttavia sempre parsa disallineata rispetto alla storia della maison.