sabato, 7 Dicembre 2024

America troppo forte, Piazza Affari regina d’Europa

Sommario

L’America va troppo forte, trainata dai consumi. Da gennaio a marzo l’azienda Usa è cresciuta del 2% rispetto al trimestre precedente. I tassi d’interesse al 5,25% per ora non sembrano scalfire il Pil. Peccato che il dato sia vecchio, riferito a tre mesi fa. I vari indici su manifattura e servizi indicano, di qua e al di là dell’Atlantico, che il rallentamento è in atto. Però ufficialmente con un +2% del Pil, oltre le attese, la Fed potrà aumentare altre due volte i tassi arrivando così a sfiorare il 6%. Un azzardo forse, perché a settembre la musica potrebbe cambiare: il tasso di bancarotte statunitensi è sui livelli del 2008 per l’aumento del costo dei debiti. Aumenterà almeno due volte i tassi anche la Bce, dopo il dato tedesco sull’inflazione in risalita al 6,4%. Una percentuale gonfiata da un giugno 2022 che aveva visto introdurre varie misure taglia-prezzi a Berlino, ma anche in questo caso è il risultato che conta. Il rendimento del decennale italiano infatti torna sopra il 4%, segno che la stretta si avvicina. Piazza Affari tuttavia porta a casa un altro significativo rialzo, più 0,99%, riportandosi a un soffio dal solito muro dei 28mila punti. In fondo la recessione è lontana.

Auto e banche di corsa

Piazza Affari regina d’Europa, mentre il Dax resta al palo e Londra è negativa. Renault tira tutti. La casa automobilistica francese guidata dall’italiano Luca De Meo corre alla Borsa parigina dopo la revisione al rialzo dell’outlook finanziario 2023. A ruota scatta Stellantis a Milano, miglior titolo col +3,6%. Giornata di acquisti per le banche, vere padrone di Piazza Affari, con rialzi superiori al 2%: gli stress test in America sulle big sono andati tutti bene, inoltre è passata indenne la restituzione alla Bce di 120 miliardi di prestiti Tltro. Unicredit continua la sua corsa e supera anche i 21 euro, mentre BancoBpm oltrepassa i 4. Ancora in recupero Saipem, che sforna altri due contratti da oltre un miliardo. Negativa ancora Nexi dopo l‘accelerazione di Ue e Bce verso l’euro digitale e nuovi sistemi di pagamento.

Apple e Microsoft decidono Wall Street

I primi 2 titoli nell’S&P 500, ovvero Apple (a un passo dai 3mila miliardi di capitalizzazione) e Microsoft, rappresentano ora il 14,4% dell’indice, cioè il peso maggiore per due singole società. Per trovare un paragone simile bisogna tornare al 1982 quando Ibm e AT&T valevano il 10,9% del paniere delle 500 top società americane. In pratica la variazione degli indici è strettamente correlata ai movimenti di Apple o Microsoft.

Oro sotto i 1900

L’oro è sceso sotto i 1900 dollari l’oncia, il minimo in oltre tre mesi e segue il calo dei prezzi dei titoli di Stato dopo che la crescita del Pil degli Stati Uniti è stata rivista nettamente al rialzo e ha aggiunto un margine di restrizione per la Federal Reserve. In realtà I profitti aziendali negli Stati Uniti sono diminuiti del 5,9% a 2.329 trilioni di dollari nel primo trimestre del 2023, leggermente inferiore al crollo del 6,8% precedentemente stimato e rispetto a un calo del 2,7% nel trimestre precedente: il dato di oggi ha segnato il calo più netto degli utili societari dall’ultimo trimestre del 2020, a seguito dell’inasprimento senza precedenti della Federal Reserve. ©

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.