domenica, 28 Aprile 2024
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Space Economy

Le Startup innovative spuntano come funghi e attraggono sempre più fondi, ma i colossi della Space Economy non stanno a guardare. Il 2023 è l’anno della ripresa dopo 12 mesi travagliati. Il fallimento di Virgin Orbit è ormai un ricordo lontano e il valore dell’economia spaziale raggiunge i 460 miliardi di dollari. Una crescita che dovrebbe proseguire nei prossimi anni, fino a raggiungere 642 miliardi nel 2030 e 1000 miliardi nel 2040.

Space Economy, Startup in fermento

Le Startup trainano la crescita della Space Economy. Il successo di Rocket Lab, Space X, Blue Origin e degli altri player contribuisce alla nascita di una nuove generazione di imprenditori. Lanciatori riutilizzabili e satelliti low-cost sono i due pilastri della rinascita dell’economia spaziale. L’innovazione è il filo rosso che unisce queste aziende.

«Il successo di Rocket Lab, Space X e gli altri sta portando un sacco di gente per avviare nuove società spaziali in aree che non sono stati affrontati prima», ha affermato Steve Jacobs, responsabile del team di investimenti Deep Tech di Lakestar.

Il numero di offerte di finanziamento è cresciuto del 55% rispetto al 2022. La quantità di fondi investiti, però, è inferiore rispetto a un anno fa, secondo il Seraphim Space Index.

«Il nuovo ecosistema spaziale è molto più maturo anche di due o tre anni fa», ha affermato Pierre Festal, partner dell’investitore Promus Ventures.

Un trend positivo che interessa il settore spaziale ma anche il tech e altri comparti.

«Questo successo dimostra che non c’è nulla di mistico nello spazio e aumenta l’interesse e l’utilità del settore», ha sottolineato Craig Brown, direttore degli investimenti presso l’Agenzia spaziale britannica.

Le big della Space Economy si alleano

Le aziende storiche corrono ai ripari con partnership e acquisizioni di servizi e prodotti. L’accordo più recente in Italia per la cooperazione industriale e lo sviluppo tecnologico nel settore della Space Economy vede protagonisti Officina Stellare, Leonardo e Thales Alenia Space.

La partnership mira a «mettere a frutto in ambito nazionale le capacità sistemistiche e specialistiche di player di riferimento come Leonardo e Thales Alenia Space Italia unendole alle competenze tecniche e alle capacità produttive di Officina Stellare nell’ambito dei sistemi ottici avanzati per lo spazio», si legge in una nota congiunta.

Di recente, Viasat ha inglobato l’inglese Inmarsat. Rocket Lab, società leader nel settore dei lanciatori, ha allargato il portafoglio delle sue attività alla produzione di satelliti e ai servizi in orbita. Anche il comparto geospaziale, uno di quelli con il maggior numero di applicazioni sulla Terra, vive un momento positivo nonostante le risorse scarseggino.

I nuovi modelli di business

Il vero valore economico della Space Economy risiede nei nuovi modelli di business, secondo diversi analisti. Infatti, hardware e infrastrutture porterebbero solo una minima fetta dei ricavi complessivi. In altre parole, servirebbero principalmente ad aprire la strada all’innovazione dei processi aziendali. I maggiori vantaggi economici per l’industria arriverebbero invece dall’utilizzo di questi prodotti. Parliamo principalmente di analisi predittive e di dati, secondo diversi analisti.

«C’è un numero apparentemente infinito di casi di utilizzo finale, dall’analisi delle richieste di assicurazione al miglioramento dell’agricoltura. Non avrebbe senso per Apple pianificare centralmente tutte le applicazioni su app store, per esempio», ha affermato Chad Anderson, fondatore di Space Capital. ©

📸 Credits: 3DSculptor, Canva.com

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