giovedì, 14 Novembre 2024
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riso

La produzione di riso nazionale cala, la domanda scende e l’import aumenta. Cattive notizie per i consumatori, che potrebbero vedere il prezzo aumentare ulteriormente, mentre le varietà nazionali come Carnaroli e Arborio saranno sempre più rare.

L’anno scorso le importazioni di riso dall’Estremo Oriente sono aumentate dell’82 rispetto all’anno precedente. Gli incrementi maggiori riguardano la Cambogia (300%), Vietnam (500%) e Birmania (5000%). Un pacco su quattro venduto sui nostri scaffali è prodotto all’estero, dove i costi sono minori e le rese delle coltivazioni sono maggiori, grazie all’utilizzo di pesticidi tossici vietati in UE.

Al tempo stesso, le quotazioni del cereale sono calate del 30% negli ultimi due anni. Una situazione che mette a rischio le varietà nazionali e pesa in modo particolare sui risicoltori, che avrebbero deciso di abbandonare la Borsa in segno di protesta.

Riso, i rischi

I risicoltori italiani vengono pagati 1 euro al kg, mentre il cereale viene venduto nei supermercati a più di 5 euro al kg. Una situazione che mette a rischio la produzione nazionale e la sicurezza alimentare, secondo Coldiretti.

«Siamo di fronte a manovre speculative con il tentativo dell’industria di strumentalizzare l’andamento di mercato, che però non può giustificare un crollo così vertiginoso e repentino dei prezzi riconosciuti agli agricoltori», ha affermato Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia.

L’anno della scarsità

Il 2023 sarà ricordato come l’anno della maggiore carenza di riso da venti anni, dice Fitch Solutions Country Risk & Industry Research. Nel biennio 2022/2023 mancano all’appello circa 8,7 milioni di tonnellate di questo cereale, il record negativo mai fatto registrare dal 2003/2004 ad oggi, quando i mercati globali hanno dovuto fronteggiare una carenza di 18,6 milioni di tonnellate.

Intanto, nei primi mesi del 2023 il prezzo del riso nel mondo è aumentato in media di 17,30 dollari per cwt (unità di misura del cereale) rispetto all’anno precedente. Le previsioni dicono che dovrebbe mantenersi sui livelli attuali fino al 2024, quando calerà di appena 3 dollari per cwt.

Le ragioni

Il riso è una coltura molto sensibile al clima. Siccità, inondazioni, tornado e piogge monsoniche stanno mettendo a dura prova la produzione, soprattutto in Cina, il maggiore coltivatore mondiale. Ma anche il Pakistan ha dovuto far fronte a un calo del 31% della produzione rispetto al 2021.

«Il mercato globale di export del riso, che è in genere più stretto di quello degli altri principali cereali, è stato influenzato dalla restrizione delle esportazioni dell’India», ha detto Hart di Fitch Solutions.

Il Paese, infatti, si mette al riparo. Sono previste nelle prossime settimane grandi ondate di calore, che potrebbero danneggiare il raccolto.

A peggiorare ulteriormente la situazione, la guerra in Ucraina, che ha fatto aumentare il prezzo degli altri cereali, che spesso sostituiscono il riso sulle nostre tavole. In questo modo, la domanda (e conseguentemente il prezzo) è aumentata.

«La situazione di deficit globale aumenterà il costo per i principali importatori di riso come Indonesia, Filippine, Malesia e Paesi africani nel 2023», ha detto Oscar Tjakra, analista senior presso la banca mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura Rabobank.

Il mio motto è "Scribo ergo sum". Laureato in "Mediazione Linguistica e Interculturale" ed "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, mi sono specializzato in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di Mercati, spazio e crypto.